Violenza sulle donne. C’è un nuovo centro
Su indicazione del Trattato di Lisbona, il Comune di Napoli si doterà, entro la fine dell’anno, di cinque Centri Antiviolenza attivi sul territorio. E’ stata, infatti, aggiudicata una gara, per un importo di 650.000 euro, diretta alla realizzazione di cinque CAV, uno per ogni municipalità. La V e la III municipalità potranno far riferimento al centro situato all’Arenella, in via Giacinto Gigante 242. Questo sarà affidato alle cooperative Xenia e Befree, e la sua piena funzionalità dovrebbe essere garantita nei prossimi due mesi. Sono due anni che il Comune di Napoli, nell’ambito del progetto A.U.R.O.R.A., dispone di un Centro Antiviolenza centralizzato, referente delle realtà di volontariato locali e delle “antenne”, punti di ascolto in collaborazione con i servizi sociali territoriali. D’ora in poi, invece, chiunque necessiti del supporto di un CAV, potrà rivolgersi, molto più agevolmente, al lotto della propria municipalità. In pieno raccordo, questo, con la struttura centrale, ma anche con i servizi sociali e le forze dell’ordine. I Centri Antiviolenza delle singole municipalità si propongono come obiettivo quello di offrire, gratuitamente, un servizio di accoglienza e supporto psicologico alle donne vittime di violenza, valutando insieme alle stesse la strategia d’intervento più efficace. E non solo: i CAV mettono a disposizione servizi di mediazione culturale e linguistica, per utenti extracomunitari, e consulenze legali in materia civile e penale. Il centro si occuperà altresì di fornire adeguata tutela ai minori, operando il rinvio del caso alla competenza degli assistenti sociali. Prenderà parte alla gestione del centro di riferimento della zona Vomero – Arenella l’associazione Maddalena. Essa si doterà di uno sportello di ascolto attivo quattro ore al giorno e, a seconda del caso, garantirà la sua costituzione come parte civile. I CAV sono altresì legati al numero di emergenza 1522, attivo ventiquattro ore. A ricordare alle vittime che subire una violenza non è rendersi complice della stessa; e che, nella ricerca di un’alternativa all’orrore, non saranno sole.
CHIARA PIZI
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