Vincenzo Donnorso il fondatore del Vomero
Il nome Vincenzo Donnorso purtroppo, all’orecchio dei vomeresi, non dirà nulla, eppure costui è la persona che più di tutte nella storia si è distinta per la promozione del quartiere Vomero. E quando parliamo di quartiere Vomero, è sempre grazie a lui: il villaggio del Vomero era un territorio vasto, il Cavaliere Donnorso è stato in prima linea per il distaccamento dalla sezione Avvocata divenendo la XIII sezione all’inizio del Novecento. Ci troviamo in un contesto totalmente distorto rispetto alla realtà di oggigiorno, dove in tutta l’area scarseggiava l’elettricità (arrivata a cavallo dei due secoli), le reti idriche e le fognature non erano da meno e le strade restarono non asfaltate per molto tempo. Vincenzo Donnorso era un cadetto di nobile famiglia, il quale si avvicinò molto presto alla politica di destra e che viene descritto da alcuni scritti come “un eroico cavaliere votato con disinteresse al bene Vomero”. Attorno a lui si formò un “comitato per gli interessi del Vomero” in via Cimarosa con lo scopo di mettere in pratica questo bene comune tanto caro a Donnorso quanto ai costruttori iscritti all’associazione. Lemme fu uno di questi: si intitolò non solo una strada a suo nome, ma anche un parco e una strada alla moglie! (Antonina Ravascheri ). A questo proposito è indecoroso il fatto che nella toponomastica del Vomero non sia citato da nessuna parte il Cavaliere Donnorso; esiste solo un suo ritratto nel vialetto di via Scarlatti 139.
Proprio in questa strada nel 1913 fece sorgere il primo cinema della zona, l’Ideal. Vincenzo Donnorso ha anche il merito di aver promosso il sistema telefonico in collina e la presenza di Uffici Comunali essendo diventata realtà, nel 1913, l’autonomia amministrativa del quartiere. Grazie a lui costruttori e ingegneri del luogo hanno rivitalizzato il nuovo quartiere partendo dalla zona di via Palizzi con l’ingegnere Gaetano Marcolini, scendendo per via Aniello Falcone con Andrea Vellusi, uno dei proprietari di quei terreni che avrebbe visto lauti guadagni dall’investimento. La pretura al Vomero arrivò grazie all’appoggio che Donnorso diede al cancelliere Edoardo Martone, come anche il primo Ufficio postale a piazza Vanvitelli angolo via Scarlatti e il primo ufficio sezionale del Banco di Napoli, sempre nella piazza. Ma a Donnorso si deve deve maggiormente la promozione dell’istruzione con l’apertura di numerose scuole, il rifacimento della maggior parte delle strade e l’approvvigionamento idrico. Fino all’inizio del secolo scorso era pratica comune attingere l’acqua dai pozzi (sappiamo dell’esistenza di quello di via Belvedere e all’interno della villa Floridiana) ma grazie all’intervento di Don Vincenzo furono permesse le aperture di appositi impianti di pompaggio (uno è ancora visibilissimo in via Giacinto Gigante, vicino la Chiesa dell’Arciconfraternita di Santa Maria del Soccorso all’Arenella) e il miglioramento del sistema idrico. Strano a dirsi ma Donnorso era un tipo alquanto classista e elitario che comunemente asseriva parole poco dolci nei confronti del popolo.
Francesco Li Volti
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