Villa Visocchi: sulle tracce di Pietro Giannone
Da via Domenico Fontana, poco prima dell’inizio di via Bernardo Cavallino, superata la seicentesca chiesa di Santa Maria delle Grazie, si giunge nella tranquilla piazzetta Due Porte all’Arenella.
Due archi affiancati immettono nelle stradine Molo ed Arco San Domenico, stradine che, sottoposte una all’altra, formano una balconata pensile dalla quale è possibile ammirare uno straordinario panorama.
La salubrità dell’aria e l’amenità del luogo richiamavano un tempo cittadini a diporto ed esimi letterati a formare le loro opere. Il luogo, nel quale è possibile respirare ancora l’atmosfera magica di una volta, è rinomato per aver ospitato due massimi esponenti della cultura napoletana del XVI e XVII secolo: Giovanbattista della Porta e Pietro Giannone. Lorenzo Giustiniano nel suo “Dizionario Geografico del Regno di Napoli” ricorda: “il celebre Giovanbattista della Porta qui si fece una casina e diede nome ad una contrada che oggi correttamente chiamiamo Due Porte”. In questa zona è stata individuata anche la villa di Pietro Giannone, avvocato, storico e filosofo. Non una pietra, non una lapide, rammentano però la presenza dello storico in questo luogo. Accese discussioni e lo studio degli scritti del Giannone localizzano la sua dimora nella prestigiosa Villa Visocchi, lungo l’odierna via Cattaneo. Il Giannone stesso, infatti, nel rammentare una causa da lui patrocinata in qualità di avvocato, tra il 1715 ed il 1720, tra i preti della chiesa di Santa Maria delle Grazie e i parenti poveri del defunto, scrive: “Alla chiesa rimasero alcune case e rendite poste dentro Napoli, ai miei clienti alcune rendite e case poste fuori della città, nella vicina villa chiamata Due Porte, o perché si mostrano due antiche porte, o perché come scrissero alcuni, ivi avevano le loro ville i due famosi fratelli della Porta, celebri filosofi e letterati napoletani.” Non essendo i suoi clienti interessati alla gestione delle proprietà, il Giannone fece stimare “le case di Due Porte con un picciol podere a quello congiunto” e detratto il compenso che gli era dovuto, l’acquistò versando “il compimento del prezzo”.
Il Giannone è prodigo di particolari nella descrizione del luogo: “Fatto che ebbi tal acquisto, ridussi in stato migliore quell’abitazione e fornitale di tutti gli arredi e suppellettili, nelle ferie estive e vendemmiali trasferiva ogni anno il mio domicilio a Due Porte…Prendeva gran piacere…delle campagne e delizie vedute di Due Porte, dove io soleva portarmi…”
L’antica costruzione, presente nella mappa del Duca di Noja del 1775, fu utilizzata, successivamente, come soggiorno estivo, dai Caracciolini, ordine religioso risalente al 1500 con denominazione “Ordine dei Chierici Regolari Minori”, fondato da San Francesco Caracciolo. Ai primi del ‘900, la villa fu acquistata dal senatore Achille Visocchi, ministro del Regno d’Italia, il cui nome è legato al decreto Visocchi del 2 novembre del 1919 teso a favorire la concessione delle proprietà terriere ai reduci di guerra.
Il senatore aggiunse sul fronte strada un villino stile liberty denominato “Villa Anna”, nome della moglie.
La Villa, ancora oggi, indicata come il “Giannoneo” per la presunta appartenenza a Pietro Giannone, ha subito nel tempo rimaneggiamenti, ed oggi è ridotta in molteplici unità abitative. Alla memoria di Lello Capaldo, un ambientalista, va ascritta la lunga battaglia contro la speculazione edilizia, fatta per difendere il patrimonio arboreo che circonda villa Visocchi, che si spera possa essere inserito nel Parco Regionale Metropolitano delle colline del Vomero.
Ersilia Di Palo
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