Villa La Santarella a via Palizzi il paradiso di Edoardo Scarpetta
di Rita Sparano
Nel cuore del Vomero, a due passi da piazza Vanvitelli, c’è un capolavoro dell’architettura napoletana, teatro della vita di un uomo che ha fatto del palcoscenico la sua arte: Edoardo Scarpetta. Parliamo di Villa La Santarella, rinominata così proprio dal suo padrone, in omaggio ad una delle sue molteplici commedie che gli riscosse un grandioso successo, intitolata appunto ‘Na Santarella, opera che permise a Scarpetta di costruire la villa grazie ai proventi da questa ottenuti .
La villa si trova in Via Luigia Sanfelice, ad angolo con via Palizzi, strade note per la bellezza del panorama su cui affacciano e per la tranquillità che da sempre le caratterizza.
Gioiello di punta del Liberty napoletano, corrente architettonica sviluppatasi a Napoli nei primi decenni del XX secolo, Villa La Santarella primeggia elegante nella zona che da lei in passato prese il nome. La sua forma così particolare, che la fa assomigliare ad un piccolo castello, indusse il suo fantasioso proprietario ad esclamare: ‘ Me pare nu comò sotto e ‘ncopp!’, proprio a causa della quattro torrette poste in cima ad essa, che sembrano vegliare sull’edificio. Elevata su tre piani, Villa La Santarella deve molto del suo successo alla famosissima dicitura posta sulla sua facciata ‘Qui rido io’ voluta da Scarpetta, a sottolineare come dopo aver tanto rallegrato il pubblico con le brillanti battute delle sue commedie, in quella meravigliosa villa era suo il tempo di ridersela. Come dargli torto? Dai balconcini della villa si gode di una vista mozzafiato sul golfo di Napoli, ricchezza incomparabile ed unica, e in più un vasto e rigoglioso giardino circonda l’edificio. Tuttavia le risate per Edoardo Scarpetta non durarono a lungo, visto che l’artista lasciò presto la dimora. C’è chi dice che fu per l’eccessiva solitudine della zona, che Scarpetta e la moglie Rosa decisero di lasciare la villa, essendo quello di allora un ‘Vommero solitario’, come lo definiva lui stesso, quartiere tranquillo e silenzioso, ma corrono voci secondo cui Scarpetta perse l’edificio giocando a carte, e che quindi fu costretto a disfarsi della Santarella. Seppur poco il tempo trascorso dall’artista in questa paradisiaca villa, oggi abitata, in passato essa ha ospitato fastosi banchetti ed ha assistito a splendide cerimonie, come quelle in occasione dell’onomastico dell’adorata figlia Maria, ricorrenza per cui Scarpetta invitava i suoi amici poeti e scrittori a comporre sonetti per lei. Inoltre, secondo i racconti popolari, il commediografo era solito organizzare grandi spettacoli pirotecnici che illuminavano la Santarella e affascinavano i suoi ospiti e chiunque avesse la fortuna di assistervi. Insomma, quest’edificio resta unico per la particolare storia che lo ha caratterizzato e per l’alone di leggenda che circonda sempre tutto quel che ha a che vedere con la vita di artisti che, come Scarpetta, hanno creato una tradizione culturale di cui andare fieri, e che hanno l’enorme merito di aver reso Napoli famosa nel mondo.
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