Villa Floridiana: dove sono i 2 milioni promessi dal Mibac?
Estate nera: orari ridotti, degrado e incuria nel parco
Mentre si accantona l’ennesimo disastro dei parchi vomeresi nel mese di agosto, discorso che si può allargare senza timore a tutta la città, sorge un quesito: dove sono finiti i 2 milioni di euro promessi dal Mibac al Sindaco De Magistris in persona, per la Villa Floridiana? Si sperava che la risposta fosse nell’annuncio del Ministro Alberto Bonisoli per lo stanziamento di 90 milioni di euro per Napoli, ma tra i beneficiari non si trova nemmeno l’ombra della Floridiana. Dubbi ne aveva sollevati la stessa direttrice Luisa Ambrosio: “di questi soldi io non ho informazioni, lo ho letto sui giornali“. Perplessità che si affiancano alle difficoltà palesate nel corso di un’estate funesta. Quando a troneggiare come emblema della Villa Floridiana, non sono stati gli splendidi giardini o alberi, non il museo, non la fontana, non il panorama, ma un tristissimo cartello che annunciava l’orario ridotto di apertura del parco. Una chiusura anticipata alle 16.30, per carenza di personale, proprio quando il parco dovrebbe essere più fruibile, quando bambini o anziani, in cerca di aria pura, avrebbero diritto di sfruttare quello che, con fatica e con tristezza, è comunque ancora considerato il polmone verde del Vomero.
Un tempo si protestava legandosi ai cancelli. Oggi questi cancelli sono più chiusi che aperti e nessun responsabile sembra riuscire a frenare il disastro degli ultimi anni che sta procurando danni quasi irreversibili. Di sicuro è così per gli alberi malati o abbattuti, spesso storici, e per i giardini, fortunatamente va un po’ meglio per il Museo Duca di Martina.
Anni fa il parco veniva usato dalle scuole per le corse campestri, oggi è una specie di percorso ad ostacoli dove carrozzine o bastoni sono pronti a finire in buche, più o meno nascoste, come pericolosi trabocchetti. Manca un presidio di polizia, manca un circuito di telecamere di videosorveglianza. È fatto divieto di introdurre animali da compagnia e biciclette.
L’unica area gioco, frutto di una donazione, costituita da un dondolo, un’altalena, uno scivolo e due cavallucci, è stata vandalizzata in più occasioni.
Le difficoltà del Polo Museale, guidato da Anna Imponente, e della direttrice del parco-museo, Luisa Ambrosio, si traducono in una richiesta di aiuto: da soli non ce la facciamo. Una richiesta che nel concreto si è manifestata attraverso la proposta di un masterplan, per il restauro e la gestione del parco, elaborato nel mese di marzo in collaborazione con la Federico II. La speranza è che possa far rientrare la Floridiana tra i beneficiari del bando ministeriale per il recupero dei parchi del prossimo anno.
Un tentativo che in passato, purtroppo, non ha trovato gloria. Anche il Comune è inerme sia per il blocco della spesa che per le difficoltà nella cura del verde dell’intera città con il proprio personale.
Difficoltà che hanno portato addirittura la Pubblica Amministrazione ad utilizzare gran parte di quanto introitato con l’imposta di soggiorno per il verde pubblico distogliendo risorse importanti a tematiche più strettamente turistiche.
Il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, vede nella comune genesi borbonica dei due parchi, uno spunto per unire le forze e aiutare la Villa Floridiana nonostante i tanti ostacoli, soprattutto burocratici, che si dovrebbero superare. Una collaborazione che non si limiti alla pulizia, o comunque ad interventi straordinari, ma possa diventare strutturale.
Potrebbe essere un punto di partenza. Resta sempre aperto poi l’appello per trovare sponsorizzazioni private che, purtroppo, non hanno portato risultati rilevanti fino ad oggi, mentre l’ipotesi di un biglietto di ingresso, paventata più volte negli anni, è state esclusa anche per motivi di sicurezza: i tornelli di ingresso potrebbero ostacolare l’uscita in sicurezza.
Il tutto accade nell’anno del centenario dell’acquisizione del parco da parte dello Stato…
Cristiano De Biase
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