Villa Floridiana, alla ricerca della bellezza perduta
Ce la faranno i “vomeresi” ad affrontare l’ennesima stagione estiva con la Villa Floridiana ridotta in condizioni a dir poco preoccupanti? Posta così, la questione è fin troppo riduttiva. Sì perché la Floridiana è patrimonio della città intera e non solo. I nuovi flussi turistici, che hanno oramai investito anche il quartiere collinare, scelgono sempre più volentieri la visita al giardino storico e al Museo della ceramica Duca di Martina. Ma qual è lo scenario che si para dinanzi agli occhi dei visitatori della nostra città? Degli antichi fasti, risalenti ai primi dell’‘800 quando il giardino fu sistemato da Friedrich Dehnhardt, direttore dell’Orto Botanico, con oltre 150 specie di piante diverse, è rimasto ben poco. Il palleggiamento tra enti (Comune di Napoli, Soprintendenza, Ministero dei Beni Culturali) circa le varie responsabilità sulla gestione del parco, sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie del verde, sui lavori di ammodernamento dell’impianto di illuminazione e di quello della videosorveglianza, ha portato al rapido sfiorire, è proprio il caso di dirlo, di uno dei giardini più belli d’Italia. Il più bello se consideriamo il panorama che si gode affacciandosi sul belvedere. Buona parte dei viali risulta ancora interdetta. Transenne e cancelli di ferro ricordano a tutti come non si sia in grado nemmeno di garantire l’incolumità pubblica per la mancata manutenzione straordinaria degli alberi. Le condizioni del “pratone”, situato proprio di fronte all’ingresso del Museo, paradiso di intere generazioni di bambini partenopei, testimoniano tutta la difficoltà a provvedere anche alla normale amministrazione dell’unico polmone verde per una popolazione di oltre cinquantamila residenti. Il controllo è affidato ai pochi rimasti del personale della soprintendenza, coadiuvato da una mini pattuglia (cinque unità) di lavoratori socialmente utili messi in campo dal Comune. In poche parole, si è molto lontani dall’intraprendere quel percorso di valorizzazione e rilancio di quello che potrebbe essere uno dei principali poli di attrazione turistica dell’area collinare di Napoli. Eppure qualche cosa si è mossa negli ultimi tempi. Partendo proprio dalla zona del “belvedere” si può notare un piccolo assaggio di balaustra che, se completata, potrebbe restituire ancora maggior fascino alla visuale più bella del capoluogo partenopeo. Così come, poco più su, l’ascensore per le persone a ridotta mobilità può contribuire a rendere accessibili a tutti, le bellezze del parco. Troppo poco considerando l’importanza della Villa Floridiana. Ma come restituirle dignità? “Miracoli non si possono compiere, specie se consideriamo che la Floridiana non rientra nel “patrimonio verde” del Comune di Napoli – afferma Antonio Iozzi vicepresidente della V Municipalità; ma non siamo così miopi da fermarci dietro cavilli burocratici e stiamo lavorando per una proposta che possa aiutare, nell’immediato, a garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria”. Intento nobile, ma con quali mezzi? Su questo punto Iozzi ha le idee chiare: “Se vogliamo riportare la Villa al suo antico splendore bisogna unire le forze e tornare a colloquiare tra Municipalità, Comune, Soprintendenza e Ministero; l’idea è quella di trovare un punto di equilibrio che consenta al Comune di garantire la manutenzione potendo contare su attività compensative di ritorno che possano ridurre gli oneri di gestione. Il sindaco Luigi De Magistris ha appena nominato un assessore al verde pubblico, Maria D’Ambrosio, alla quale chiederemo di inserire tra le priorità dell’agenda politica la questione Floridiana”.
DI FRANCESCO LICASTRO
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