Ventiquattro anni senza Silvia
A distanza di quasi un quarto di secolo, la morte di Silvia Ruotolo scuote le coscienze dei napoletani
Lo scorso 11 giugno, si è svolta la commemorazione in ricordo di Silvia Ruotolo con la deposizione dei fiori davanti alla targa a lei dedicata in Piazza Medaglie d’Oro. Sono passati ventiquattro anni dall’omicidio di Silvia Ruotolo per mano della camorra e, come ogni anno, la Fondazione Silvia Ruotolo Onlus si è riunita nel suo quartiere per ricordare questa atroce vicenda. Alla cerimonia erano presenti Lorenzo Clemente, il marito, Alessandra e Francesco Clemente, i figli di Silvia, da sempre impegnati nella diffusione della cultura della legalità. In particolare, il loro lavoro si svolge anche presso le strutture di recupero dei minori, come l’Istituto Penale dei minorenni di Nisida, che ha realizzato per l’occasione delle mattonelle dipinte a mano.
Nel corso della commemorazione è stato inaugurato anche il nuovo campo di basket “A Silvia”, in collaborazione con Bereshit aps e Charlatans Basket. Il campo è stato dipinto con i colori preferiti da Silvia, il giallo ed il blu e ospiterà le partite di basket quattro contro quattro, contribuendo allo svago pomeridiano dei giovani vomeresi. Alessandra Clemente, Presidente della Fondazione Silvia Ruotolo onlus e Assessore del Comune di Napoli, ha voluto fortemente il rinnovamento del campo di basket al centro della piazza per dare la possibilità ai giovani di poter utilizzare quegli spazi al meglio, in modo costruttivo.
Cristiano De Biase
Per non dimenticare
Silvia Ruotolo è stata assassinata, a Salita Arenella, l’11 giugno del 1997, all’età di 39 anni. Era andata a prendere a scuola il figlio Francesco, di 5 anni. A guardarla dal balcone c’era Alessandra, la figlia, che allora aveva 10 anni.
Il commando di camorra sparò all’impazzata per colpire Salvatore Raimondi, affiliato al clan Cimmino, avversario del clan Alfano. Furono sparati 40 proiettili che, oltre a uccidere Salvatore Raimondi e ferire Luigi Filippini, raggiunsero Silvia Ruotolo alla tempia, uccidendola sul colpo. L’assassinio di Silvia Ruotolo ha contribuito alla crescita della consapevolezza sulla gravità del fenomeno camorristico.
L’11 febbraio 2001 la IV sezione della Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo i responsabili della strage: il boss Giovanni Alfano, Vincenzo Cacace, Mario Cerbone, Raffaele Rescigno e Rosario Privato. L’11 luglio 2007, la XII sezione del Tribunale Civile di Napoli ha stabilito un “significativo risarcimento” per i familiari di Silvia Ruotolo, che è stato utilizzato per la costituzione di una fondazione intitolata a Silvia Ruotolo, dedicata ai ragazzi a rischio, di cui attualmente la figlia Alessandra è presidente.
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