UNO ZOO PARTICOLARE
Il lungo viale che dall’ingresso di via Cimarosa conduce all’interno della Villa Floridiana, verso il Museo Duca di Martina. Dopo qualche passo, sulla sinistra, tra innumerevoli varietà di una folta flora, si notano grotte artificiali in pietra vesuviana, per un originale zoo voluto da Ferdinando IV di Borbone, nel 1819, opera dell’architetto di Corte, Antonio Niccolini, quale ulteriore dono a Lucia Migliaccio Duchessa di Floridia, sua moglie morganatica, per ospitare diversi tipi di animali feroci: orsi, leoni, tigri, pantere, e nel Parco, in piena libertà, cigni, fagiani, pavoni, caprioli, cervi ed uccelli dalle apposite voliere.
L’arricchimento di tali specie, oggetto di scambio del re con l’Inghilterra, costituì motivo di dissenso di studiosi per gli incauti baratti tra le specie esotiche provenienti dalle colonie inglesi sparse nel mondo, perfino con gli sconosciuti canguri, con reperti e preziosi papiri ritrovati dal sovrano Carlo III ad Ercolano, che, a sua volta, in precedenza, nella tenuta di Portici, vezzeggiava un elefante donatogli dal Sultano ottomano Mohamed V per riconoscenza alla ospitalità ricevuta dal suo ambasciatore.
Negli anni seguenti accaddero episodi, anche cruenti, come l’aggressione di una tigre ad uno dei guardiani di questo anacronistico “serraglio” in un luogo di serena quiete stravolta dall’ennesimo capriccio regale.
di Mimmo Piscopo pittore
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