Una via silenziosa e riservata per onorare la pittura di Toma
Da un lato, una serie di palazzi d’epoca. Dall’altro, gli alberi svettanti e folti di Villa Lucia. Una strada che si snoda con due ampie curve fino alle scale che portano a via Palizzi. Un’oasi di silenzio e di verde, felicemente scelta per ricordare Gioacchino Toma, il pittore di Galatina, a pochi chilometri da Lecce, ma napoletano di adozione. Il richiamo e’ dato dall’Accademia di Belle Arti, una fucina in quegli anni per i giovani che volevano affacciarsi al mondo dell’arte. La formazione è lunga e richiede non poco impegno e tanti sacrifici, specie per chi vive lontano da casa. Ma Toma ha la stoffa dell’artista e vuole con caparbietà e decisione fare il pittore. Così, il suo cursus lo porterà a farsi strada in quella ristretta cerchia di artisti, allora già largamente noti. Mi riferisco a Tofano, Celentano, Miola, Vertunni e Giuseppe Palizzi, vale a dire a quel gruppo che partecipo’ all’Esposizione di Parigi del 1867. Toma entro’ a pieno titolo in questa rassegna, e fu il suo trampolino di lancio. Artista complesso per la scelta dei temi da rappresentare, Toma rimase sostanzialmente legato al mondo degli umili, dei diseredati, a quelle figure che non avevano goduto di qualche fortuna. Di qui, opere come la “Luisa Sanfelice in cella”, ispirata alla tragica vicenda di questa donna-patriota, che pagherà con la vita il suo amore per la libertà. Conservato al Museo di Capodimonte, il dipinto ad olio ha una forte carica di introspezione psicologica. Il pittore riesce a cogliere l’intensità del dramma della Sanfelice, che fino all’ultimo momento spero’ in un atto di grazia. La tavolozza di Toma non è di certo tra le più vive e squillanti. Direi anzi che c’è un dominio dei toni piuttosto che del colore e aggiungerei una diffusa opacità che ha portato a definire Toma “il pittore del grigio”. Questo non esclude che opere come “Angolo di giardino” presentino un’immagine fresca, aperta ad un’interpretazione commossa e personale, sull’esempio della grande pittura impressionista. Così la via che gli è stata dedicata interpreta appieno la natura di Toma, con quel suo stile discreto e tendenzialmente triste, che ritroviamo spesso nelle sue opere.
CAMILLA MAZZELLA
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