Una nuova libreria per i vomeresi. Intervista a Ciro Sabatino
Dopo i fallimenti di Guida e Loffredo e il definitivo addio alla Fnac in Via Luca Giordano, l’apertura di “iocisto”, primo esperimento in Italia di libreria ad azionariato popolare, rappresenta per il Vomero un importante inversione di tendenza. Le ripetute chiusure, infatti, avevano di fatto azzerato la presenza di centri di diffusione libraria e culturale. La nascita della nuova libreria restituisce, così, a tanti vomeresi la possibilità di scegliere ed acquistare libri nel cuore del quartiere collinare, in Via Cimarosa 20. Una libreria certo, ma anche un luogo di cultura partecipata dove le idee dei cittadini possano trasformarsi in eventi e momenti di confronto. La libreria del quartiere, insomma, che diventi con il tempo il punto di riferimento di tutti i vomeresi.
Ciro Sabatino, giornalista ed editore napoletano, è presidente della Associazione culturale “iocisto” che ha dato impulso all’iniziativa dell’azionariato popolare. Quando lo incontro, alla fine di agosto, la libreria è ancora in fase di allestimento. <<La scelta degli arredi dei locali -mi spiega – scaturirà da un concorso di idee che abbiamo lanciato tra gli architetti e che avrà termine a fine settembre>>. Mentre parliamo l’afflusso di soci e semplici cittadini è continuo e lascia trasparire curiosità ed entusiasmo per la nuova avventura.
Ciro Sabatino, la chiusura delle librerie è un problema che investe tutte le città italiane. Si susseguono fallimenti e chiusure dovuti a difficoltà economiche e gestionali. Che cosa c’è alla base della crisi del settore librario?
E’ fuor di dubbio che la crisi economica abbia avuto un impatto negativo anche sul settore della diffusione libraria. C’è da fare, però, anche un’altra considerazione. Il modello di libreria tradizionale, inaugurato dalla Feltrinelli a Roma nel 1964, è ormai entrato in crisi e sembra arrivato alla fine di un ciclo. Quel modello è rimasto, nel tempo, immutato e non è stato in grado di produrre novità tali da incontrare le variate preferenze dei fruitori. Ecco perché un progetto come il nostro, che nasce dal basso, può aiutare a recuperare l’entusiasmo e l’interesse perduto.
Al Vomero stiamo assistendo ad una lenta ed inesorabile scomparsa dei presidi culturali. Chiudono le librerie e i cinema e proliferano le catene internazionali e i fast food. Come giudica questi mutamenti?
Sono fenomeni certamente anomali per un quartiere che mantiene il Pil più alto della città e che sforna, al contempo, il maggior numero di laureati. Credo che, da parte di quei vomeresi che frequentavano i luoghi di aggregazione culturale, vi sia stata una sottovalutazione degli eventi. Solo all’atto della chiusura di Fnac e del fallimento di Loffredo, quando anche gli ultimi riferimenti culturali sono andati persi, c’è stata una reale presa di coscienza di ciò che stava accadendo. Di fronte a questa desertificazione culturale i vomeresi hanno mostrato una forte reazione che si è concretizzata nella partecipazione di massa all’inaugurazione della nostra libreria, il 21 luglio scorso. Oggi, finalmente, si comincia a comprendere che la cultura può essere una risorsa e un grimaldello anche per chi intende promuovere nuove attività commerciali. Mi risulta che è prossima l’apertura al Vomero di un grande centro benessere che avrà un ampio spazio dedicato ai libri.
Di fronte a questo mutato scenario che ha appena descritto, come è nata l’idea di dar vita alla libreria ad azionariato popolare e come si è concretizzata?
L’idea è nata all’indomani della chiusura di Fnac. Il 13 maggio scorso scrivevo un post su Facebook in cui lanciavo la proposta, a chiunque avesse dei soldi da investire e fosse interessato, di dar vita ad una nuova libreria. In tanti spontaneamente hanno cominciato a rispondere “io ci sto”. Dopo appena venti giorni eravamo già 120 e ci siamo ritrovati, per un primo incontro, nella sala consiliare della Municipalità, che ci è stata messa a disposizione dal presidente Mario Coppeto. In quell’occasione abbiamo iniziato a cullare il sogno di una libreria ad azionariato popolare. Nel frattempo abbiamo deciso di costituire un associazione culturale, denominata appunto “iocisto”, che ci avrebbe traghettato fino alla nascita della società per azioni. Il 21 luglio, data dell’inaugurazione, i soci erano diventati 200 ed oggi, con orgoglio, posso dire che siamo arrivati a 600.
Quali saranno i prossimi passi verso la costituzione della Spa?
Tra settembre ed ottobre, attraverso il web, lanceremo un’iniziativa di crowdfunding, una forma di finanziamento collettivo a cui potranno partecipare tutti che coloro che sono interessati a sostenere il nostro progetto. Per questo motivo invito tutti a raccogliere maggiori informazioni al riguardo sul nostro sito www.iocistolibreria.it. Entro la fine di ottobre contiamo di costituire la Spa e concretizzare, così, il sogno iniziale dell’azionariato popolare.
In che modo i soci azionisti potranno partecipare attivamente alla vita della libreria?
I soci saranno naturalmente coinvolti nella gestione e potranno lanciare idee e proposte per eventi e manifestazioni da tenersi negli spazi della libreria. Avranno la possibilità di essere presenti in libreria in particolari momenti, come ad esempio la consegna dei libri. Un angolo della libreria, poi, sarà destinato al progetto Bar Sport, sulle orme del libro di Stefano Benni. Collocheremo, infatti, dei tavolini dove i soci potranno incontrarsi e confrontarsi su argomenti di vario tipo, mentre consumano qualcosa. Il tutto sarà organizzato secondo delle fasce orarie dedicate: al mattino pensiamo di dare spazio, per esempio, agli anziani mentre al pomeriggio, per l’ora del tè, pensiamo di coinvolgere le signore. Ampio spazio dedicheremo, poi, ai giovani e alle loro iniziative, mentre alle compagnie teatrali emergenti offriremo i nostri locali per le prove. Sarà, insomma, la libreria del quartiere e di tutti in cui cercheremo di tradurre le idee in eventi e manifestazioni.
Tra i soci avete già dei personaggi di spicco….
Il regista Ferzan Ozpetek, che era Napoli a fine luglio per impegni cinematografici, ha voluto visitare la nostra libreria e iscriversi di persona tra i soci. Aveva avuto notizia dell’iniziativa attraverso il tam tam partito su Facebook. Proprio sui social network stiamo avendo riscontri molto positivi. Da tante città italiane ci scrivono per avere informazioni sul nostro progetto per provare, poi, a replicarlo.
Dal punto di vista dei contenuti e quindi della scelta di libri da offrire al pubblico, sceglierete particolari filoni culturali o vi orienterete verso una libreria di stampo generalista?
Della parte legata ai contenuti, e quindi delle scelte editoriali, si occuperà il socio e libraio Alberto della Sala. Daremo certamente spazio all’offerta tradizionale che è legata alla grande distribuzione. Ma cercheremo, soprattutto, di aprirci agli editori minori e di nicchia offrendogli visibilità. L’idea è quella di dare loro la possibilità di avere uno stand personale all’interno della libreria, sulla scorta di ciò che accade per il Salone del libro. Sarà una novità anche per i lettori, in particolare i più giovani, che avranno la possibilità di incontrare l’editore e conoscere le dinamiche che portano alla nascita di un libro. Un’altra novità riguarderà il settore dedicato ai libri usati che rappresenteranno, senza dubbio, un valore aggiunto.
L’inaugurazione della libreria a fine luglio è stata accompagnata da uno spettacolo che ha coinvolto l’intera Piazza Fuga. In che modo intendete aprirvi al quartiere?
In collaborazione con l’associazione Vomero Commercio&Cultura, la cui presidente Patrizia Ciarnelli è socia della libreria, stiamo pensando di collocare dei nostri totem all’interno dei negozi del quartiere. In questo modo potremo commercializzare i libri anche al di fuori dei nostri spazi realizzando, così, l’idea della libreria in tour. Vorremmo poi portare i libri nei luoghi dove sono stati dimenticati, pensiamo alle discoteche o nei punti di ritrovo della movida notturna.
Quali sono i prossimi eventi in programma in libreria?
Già a fine settembre ospiteremo il Festival degli scrittori napoletani, una rassegna che vuole essere una vetrina per tutte le eccellenze letterarie della nostra città.
di Giuseppe Farese
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