Un tuffo nel passato
di Manuela Morra sessuologa
di Manuela Morra sessuologa
Ogni volta che incontro adolescenti e giovani alle prese con i primi flirt, le prime ‘cotte’, rifletto sugli strumenti a loro disposizione, sui loro tempi, su quanto sia cambiato il modo di comunicare.
Penso all’immediatezza delle risposte, agli scambi di messaggi su wapp, alla vetrina che molti social rappresentano, per ostentare espressioni e corpi, proposti in ogni versione.
Inevitabilmente, mi tornano alla mente i tempi in cui sono stata adolescente io, e a come fosse diverso il modo di vivere l’innamoramento, il corteggiamento, ed i tempi in cui avveniva tutto ciò. C’erano le lettere scritte a mano, imperfette ma autentiche come l’impronta delle dita. Esistevano le cartoline. Esisteva l’emozione di uscire da scuola e sperare di trovare proprio lui con lo zaino in spalla, imbarazzato tra tanti altri ragazzi. E poi c’era il corteggiamento. Lo scambio del numero di telefono, ovviamente fisso, ed il batticuore ogni volta che squillava.
Bisognava aspettare una festa, o il sabato sera, per poter conoscere, ampliare le amicizie; quelle vere, quelle nate stringendosi la mano, superando l’imbarazzo di fare il primo passo…. Ed oggi?
Mille amici accettati, di cui una buona metà mai visti di persona. Il numero di telefono scambiato solo dopo aver scrutato una persona, e parte del suo mondo su facebook o instagram.
Oggi ci s’incontra grazie ad applicazioni del telefono, che indicano chi si trova nella stessa zona, in quel preciso momento, e basta un click per ritrovarsi con uno…. Sconosciuto.
Oggi si trascorre la maggior parte del tempo a decifrare emoticon che sostituiscono tremori o rossori o sguardi carichi di significati. è vero che la nostra vita è migliorata per tanti motivi.
Però consentitemi, di essere felice, di appartenere a quella generazione, che ha dato la possibilità di vivere le mille emozioni legate all’attesa, vivendo i passaggi del tempo, forse lento ma incisivo e prezioso amico di viaggio…
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