Un ponte di epoca romana al Vomero
Un reperto archeologico di epoca romana è stato portato alla luce nel corso degli scavi relativi alla realizzazione della stazione metropolitana di Salvator Rosa della linea 1. Si tratta di un Ponte romano, di interesse storico, rinvenuto nel 2000 in via Conte della Cerra. Nel corso dei secoli molte altre rovine del ponte sono state rinvenute, ma inglobate nelle varie masserie e successivamente nei palazzi. Il ponte è quello che resta dell’antica “Via Antiniana per colles”, la prima strada che collegava Neapolis e Puteoli, attraversando la collina del Vomero, particolarità che le valse il nome di “per colles”.
L’arteria proveniente da Pozzuoli risaliva la Loggetta e la Canzanella, raggiungeva la collina del Vomero e dell’Arenella e, passando per Antignano, scendeva per via Conte della Cerra, Salvator Rosa e proseguiva lungo un percorso compreso fra i Ventaglieri ed il Cavone ed arrivava dalle parti dello Spirito Santo, da dove allora si entrava nella città. Una vera e propria arteria che diramandosi fra diversi luoghi della città rendeva possibile gli scambi commerciali e propiziava la nascita di aggregati abitativi lungo il suo percorso.
Gli storici sono concordi nel ritenere che fu proprio questa arteria a trasformare il Vomero da zona disabitata a zona residenziale permettendo la costruzione di ville e masserie per nobili e possidenti. Il Borgo d’Antignano, infatti, è il più antico borgo del quartiere collinare del Vomero, nato come un piccolo nucleo abitativo sulla via Puteolis Neapolim per colles. Per questa strada, si racconta che nell’anno 305 d.C. fosse passato il corteo con il corpo del santo patrono di Napoli, decapitato a Pozzuoli e diretto alle catacombe di San Gennaro. In epoca borbonica Antignano fu un punto nevralgico del Dazio, di cui si conserva ancora la sede nel borgo, un piccolo edificio a due archi sul cui fianco campeggia ancora l’iscrizione: “Qui si paga per gli regj censali”. Il Ponte romano, lasciato per molto tempo in uno stato di abbandono, è stato restaurato ed ora è esposto, insieme ad altri reperti, nel parco adiacente la metropolitana di Salvator Rosa. Nei pressi si trova anche una piccola chiesa neoclassica della prima metà del secolo XIX che custodisce periodicamente varie opere d’arte contemporanea. Il ritrovamento testimonia come nel sottosuolo napoletano siano ancora presenti tracce del glorioso passato della nostra città e come il Vomero abbia ancora molto da raccontare.
Ersilia Di Palo
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