Un genio del nostro Seicento: Solimena
La sensazione che si ha quando si cammina per le belle e ridenti strade del Vomero è quella di non sentirsi mai soli. E questo perché i personaggi del mondo dell’arte, che danno i nomi alle strade ci tengono compagnia e riportano alla nostra mente quei capolavori che ancora oggi ammiriamo nei musei, nelle chiese e nelle collezioni private. Così artisti dell’Ottocento si alternano a quelli del Seicento e del Settecento sino a rendere ancora più intrigante questa immaginaria, fantastica esposizione, come in una grande galleria d’arte. Questa volta la strada di turno è quella dedicata a Francesco Solimena, straordinario artista del nostro Seicento. Nato a Canale di Serino, figlio d’arte e’ proprio dall’opera del padre che ha mosso il primo periodo della sua ricerca nell’affascinante e difficile mondo della pittura. Fino a quel particolare interesse per le istanze barocche comune a molti suoi contemporanei tra cui Cortona, Lanfranco, Preti e Luca Giordano. Molto presto Solimena si ritaglia un suo posto d’onore nel cerchio dei più noti e competenti esperti d’arte. Secondo quell’ antica tradizione, che poi andrà scomparendo nell’Ottocento, anche Solimena si circonda di molti discepoli – la famosa bottega- che in seguito si trasforma in Accademia aperta anche ad allievi di buon talento. Nel tempo infatti le opere nate nella sua bottega diventano perfette al punto tale che solo il giudizio di un esperto può attribuire la paternità dell’opera al maestro. Il talento di Solimena e’ sorprendente e spesso tocca le più alte vette della pittura. E’ il caso degli affreschi della Chiesa di Donna Regina, dove la trasparenza cromatica e la luminosità delle immagini possono essere considerate una felice sintesi fra Luca Giordano e Mattia Preti. Il genio artistico di Solimena si ritrova nella superba decorazione della sacrestia di San Paolo Maggiore, dove entra addirittura in competizione con Luca Giordano e, secondo De Dominici, con esiti raramente raggiunti nella pittura del Seicento. Tra le altre opere realizzate a Napoli merita di essere ricordata “ La cacciata di Eliodoro dal tempio” , nella chiesa del Gesù Nuovo. Ma perché Solimena s’imponga all’attenzione della grande critica d’arte, bisognerà che si attenda la grande mostra sul Seicento napoletano volutadal sovrintendente Raffaello Causa, e giustamente definita da Sgarbi come la mostra del secolo .Anche Palazzo Solimena, a pochi passi dal Museo Archeologico ha a lungo ospitato uno straordinario soffitto del maestro, purtroppo andato distrutto da un incendio. Sarebbe stata un’altra gemma a questa straordinaria collana di capolavori.
Camilla Mazzella –
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