TULLIO FOÀ INCONTRA I RAGAZZI DEL GALILEO GALILEI
Il 2 marzo gli studenti delle classi I AS e I BS del liceo delle scienze umane Galileo Galilei hanno partecipato a un incontro per via telematica con Tullio Foà, testimone delle leggi razziali del ’38. L’incontro si è svolto grazie all’iniziativa delle professoresse Alessandra Parlato e Alessandra Zanco e con il contributo del collaboratore del preside, il prof Luigi Petricciolla. Foà, vomerese, iscritto alla scuola elementare Luigi Vanvitelli, ha raccontato agli studenti il suo lento e inevitabile contatto con le leggi razziali. All’inizio dell’anno scolastico 1938-1939, Foà fece parte di quella che venne definita “la classe speciale degli ebrei”, un gruppo di dieci bambini destinati a un percorso scolastico diverso dagli altri. “Il primo giorno di scuola ero molto contento” ha raccontato Tullio Foà ai ragazzi, ricordando alcuni particolari di quei primi giorni: lo zaino in tela anziché di cuoio, perché quest’ultimo troppo costoso, e il pennino che si intingeva nell’inchiostro per scrivere. Il suo entusiasmo iniziale fu però smorzato quando si accorse che lui e i suoi compagni venivano trattati in modo diverso dagli altri alunni della scuola. Entravano un quarto d’ora prima e uscivano un quarto d’ora dopo gli altri, da un accesso secondario, quello che oggi è utilizzato dalla scuola materna. “Mi dà noia parlare di questa condizione di ormai ben 83 anni fa” ha confessato interrompendo il suo discorso. “Ma non devo trasmettervi la mia sensazione negativa perché non serve a niente, a voi devo trasmettere solo la realtà di quei fatti”. Tullio ha continuato descrivendo la sua famiglia: suo padre, funzionario di banca venne licenziato senza preavviso perché ebreo e per lo stesso motivo suo fratello non potette intraprendere gli studi universitari. In seguito però, riuscì a laurearsi dopo essersi traferito negli Stati Uniti dove vive ancora oggi all’età di cento anni. Inoltre la disagiata situazione economica familiare portava sua madre a vendere di volta in volta un quadro, un tappeto o un mobile di casa per coprire le spese di famiglia e il sostentamento dei figli. Fu costretta anche a dare in fitto una stanza della propria abitazione a quello che poi scoprirono essere Franco Calamandrei, il cui padre fu uno degli autori della Costituzione Italiana: Pietro Calamandrei. L’incontro si è concluso dopo aver visto come protagonisti i ragazzi che hanno rivolto le proprie domande a Foà e le cui risposte rassicuranti e veritiere sono state proprio come quelle di un nonno ai suoi giovani nipoti. La vita di Tullio Foà è stata raccontata nel docufilm “Figli del destino”, insieme a quella di Liliana Segre, Lia Levi e Guido Cava. Una ricostruzione della quotidianità di bambini al tempo delle leggi fasciste per non dimenticare gli orrori del razzismo.
Laura D’Avossa
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