TRATTORIA SICA: I LUOGHI DI UN TEMPO
Quelle serate erano all’insegna della piena spensieratezza. Mi sceglievo con attenzione la giornata, sempre in centro settimana, quando c’era la giusta atmosfera per scambiare due chiacchiere con chi casualmente incontravi.
Altrimenti a farmi compagnia, perché rigorosamente da solo, c’erano sempre gli ogni presenti quotidiani.
Il mio posto preferito era lungo la veranda. Un passaggio obbligato per chi entrava nel locale, ma nel contempo un buon posto per stare tranquillo.
Pochi tavoli molto spesso occupati da persone singole o a coppia. La vera da rappresentava per me il luogo del pensiero.
Mi piaceva il calore del locale. Sembrava che fossi a casa per quanto, titolari e camerieri, ti facessero stare bene.
Discreti e nel contempo accoglienti. Bastava uno sguardo per comprendere da parte loro che serata avessi deciso di trascorrere. La loro cortesia e la gentilezza rappresentavano le migliori qualità che ti catturavano una volta seduto al tavolo.
A volte le foto alle pareti, che segnavano i tempi passati, mi alimentavano una avvolgente fantasia, che spesso mi proiettava con la mente indietro nel tempo.
La cultura e l’arte, ma anche la buona politica dell’epoca, erano state sempre le vere protagoniste del luogo.
Non c’era stato un personaggio della Napoli di un tempo che non fosse passato da lì e avesse voluto immortale quel momento con molta gioia.
La buona cucina poi completava il quadro. Genovese e parmigiana erano difficili da resistere. Un copione che ripetevo ogni volta che decidevo di entrare.
Gli inizi degli anni duemila hanno decretato la chiusura della Trattoria Sica che ha lasciato il suo segno in tanti appassionati avventori di un luogo che mai più tornerà.
Nicola Campoli
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