Tina Pica
di Mimmo Piscopo pittore
Celebrazioni con mostre, documenti, spazi ed esposizioni curate da Giulio Baffi, sui Quartieri Spagnoli, in occasione del cinquantenario dalla dipartita della grande artista Tina Pica, avvenuta il 15 agosto 1968, ricordano questa particolare caratterista.
Nata il 17 febbraio 1884 nel popolare Borgo S. Antonio Abate, sin da piccola visse a contatto con grandi attori, grazie al padre Giuseppe Pica, il miglior interprete, a quei tempi, del balbuziente Anselmo Tartaglia, insieme a Petito, De Muto e De Martino. Ella, dalla inconfondibile vocalità dai toni bassi, ebbe l’esordio ad appena sette anni, nel 1891 sul nascente “S. Ferdinando” e sin dal 1916 ebbe ruoli nel cinema muto.
Nel 1931 recitò al “Teatro umoristico” dei De Filippo, al “Teatro Nuovo”, al “Kursaal” ed al “Sannazaro” dove in alcune prove di “Liolà”, in presenza dell’Autore, Luigi Pirandello, ed alla burbera imposizione di Eduardo, Tina, al secolo Annunziata, esasperata, andò via, ma subito dopo, lo stesso De Filippo, consapevole del suo talento, la pregò di tornare.
S’impose con bravura nei più disparati ruoli in riviste con Agostino Salvietti ed Enzo Turco al “Diana” ed al “Sannazaro” e sin dal 1953 ebbe successo nella serie dei film “Pane , amore e fantasia” con De Sica, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Gina Lollobrigida.
Tina Pica, dalla profonda religiosità, con manie di santini e voti, dalla sua voce roca, si distingueva in litanie e giaculatorie comicamente incomprensibili, ed offriva i suoi proventi a persone indigenti, orfani e carcerati.
Vedova, era stata accolta amorosamente dal nipote Peppino nella sua casa al Vomero.
Ella ebbe importanti riconoscimenti come il “Nastro d’Argento” per gli esilaranti duetti con De Sica – Carotenuto Maresciallo cav. Antonio nel ruolo di “Caramella”.
A 84 anni, assistita dal nipote, si spense, con l’ultimo desiderio di non essere dimenticata per ciò che in un lungo periodo ha contribuito alla serenità ed al sorriso dei suoi ruoli umani ed affettivi.
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