That’s Napoli Live Show! alla chiesa di San Potito
L’incontro tra i classici napoletani e la musica moderna
Nel saggio A Defence of Poetry, Percy Shelley paragona una grande poesia ad una fontana traboccante di saggezza e delizia, capace di rinnovarsi ad ogni generazione e di comunicare a ciascun individuo qualcosa di diverso, sviluppando ogni volta nuove relazioni. Tale tesi è applicabile anche ai classici della canzone napoletana, vere e proprie poesie in musica, che nello spettacolo That’s Napoli Live Show! si fondono con ritmi e tradizioni solo apparentemente lontane come quelle, del jazz e del blues o anche del pop inglese e del rock americano.
Il risultato (visibile presso la chiesa di San Potito ogni weekend fino al 15 luglio) è una riuscitissima contaminazione, in cui l’incontro di differenti stili risulta in un perfetto equilibrio tra le differenti sonorità, e vanta la presenza di 22 coristi e 4 musicisti con curricula di tutto rispetto. Vomero Magazine ha avuto l’occasione di parlare con quattro di essi – Claudia Capuano, Alessandro Carpentieri, Francesca D’Alessandro e Giuseppe Di Maio – legati da una forte amicizia e accomunati dall’appartenenza al territorio collinare.
I giovani performer hanno sottolineato l’originalità del progetto, oltre che l’abilità dell’intero cast: Giuseppe afferma, infatti, che “ciascun artista ha caratteristiche uniche che, fondendosi tra loro, creano uno spettacolo di alto livello”, mentre Francesca pone l’accento sul legame che si è venuto a creare tra i membri del gruppo, che definisce una “squadra o una famiglia”, della quale il “papà” è sicuramente il Maestro Morelli.
Quest’ultimo ha anche partecipato, come sottolinea Alessandro “ai lavori di ristrutturazione di San Potito: una chiesa prestigiosa, eppure chiusa al pubblico per tantissimo tempo”. Sull’importanza e la bellezza della cornice dello spettacolo insiste anche Claudia, ricordando che lo scopo di That’s Napoli Live Show! è anche “quello di mostrare un lato diverso di Napoli, fatto di arte e di bellezza”. Francesca ne sottolinea il carattere quasi mistico: “È un luogo capace di suscitare emozioni uniche, in cui il tempo pare fermarsi. E noi vogliamo che diventi un punto di riferimento per la musica anche a livello internazionale”. I nostri giovani artisti ci spiegano anche di cosa il Vomero significhi per loro, restituendo risposte assai diverse. Francesca ci racconta del suo amore per via Rossini e i suoi alberi, Claudia ricorda i tempi delle scuole, gli amici e l’adolescenza, mentre Alessandro e Giuseppe mettono l’accento sulla sensazione di relax e di svago legata ai numerosi locali del territorio, non soltanto per l’aspetto “gastronomico”, ma anche per i tanti luoghi in cui ascoltare della buona musica. Se sono loro a suggerirlo, ci fidiamo senz’altro.
Gabriele Basile
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