Studenti…artigiani della civiltà
Intervista a Mirella Stampa Barracco
Il 2018, con la ricorrenza dei ‘70 anni della Costituzione’, ha visto nelle scuole il moltiplicarsi di diari, pubblicazioni e strumenti di lavoro vari, adottati per avvicinare gli studenti quanto meno ai principi ispiratori del nostro codice legislativo. Operazione non semplice, specie quando si tenta un approccio metodologico poco formale, che aiuti i ragazzi a recuperare il valore della legge finalmente pensata come risorsa per la comunità, piuttosto che come impedimento alla libertà individuale. Da questo punto di vista l’art. 9, articolo relativo alla tutela del “patrimonio storico ed artistico della Nazione” è quello che meglio si presta ad introdurre gli studenti a tematiche di cittadinanza attiva e responsabile, in maniera quasi empatica, sviluppando in loro sentimenti di unità nazionale e di rispetto del Bene Comune.
Valori formativi che sono alla base del progetto ‘La Scuola adotta un Monumento’ nato a Napoli nel dicembre 1992 su iniziativa della Fondazione Napoli Novantanove, d’intesa con il Provveditorato agli Studi e con le Soprintendenze. Dietro questa idea ‘speciale’ di scuola e di cultura, c’è Mirella Stampa Barracco ‘Commendatore della Repubblica’ e quindi, ‘Grande Ufficiale della Repubblica’ e la sua preziosa collaborazione con le massime espressioni istituzionali che si occupano di arte e cultura a Napoli e fuori Napoli.
Da oltre trent’anni la sua fondazione, Napoli Novantanove, promuove un’idea di cultura connessa al valore civico del ‘Bene Comune’, in una modalità che pone il cittadino in un ruolo centrale rispetto al patrimonio di arte, storia e tradizioni della sua città. Come nasce tale idea di cultura?
Dalla sua nascita, nel 1984, la Fondazione ha scelto il bene culturale, in tutte le sue accezioni, come lo strumento fondamentale della sua azione. A quei tempi sembrò una scelta debole e provocò sorrisini di critica, ma poi il tempo ci ha dato ragione per la forza simbolica dei monumenti, per la loro storia che sempre incrocia quella della città, per il senso della rovina che spesso rappresentano e la conseguente necessità della rinascita. Una vera e propria chiamata alle armi che sembra sempre di più funzionare. Con la consapevolezza, che questi sono solo semi di un processo lungo.
Fondamentale nella progettualità della fondazione è la collaborazione con la Scuola, in quanto soprattutto alle giovani generazioni, specie del Sud Italia, va restituito un sentimento di orgoglio civico e di ‘senso di appartenenza’. Quale il bilancio di questi lunghi anni di operoso lavoro?
Mi fa piacere che, proprio nel 2018, anno Europeo del patrimonio culturale, il progetto La scuola adotta un monumento® compia i suoi primi 25 anni di ininterrotta e feconda attività. Sono stati anni entusiasmanti perché, benché in salita, il progetto ha continuato sorprendentemente, a regalarci sempre nuovi successi. Dopo Napoli e l’Europa, la nascita della Rete Nazionale vede coinvolte, ad oggi, oltre 1000 scuole di 450 Comuni dal nord al sud del paese.
Quali sono gli appuntamenti del prossimo ed attesissimo ‘Maggio dei monumenti’?
Questo maggio, il XXIV, segue alle nostre prime edizioni di Monumenti Porte Aperte del 1993 e 94, anni in cui sperimentammo per la prima volta in Italia l’apertura dei monumenti con l’accompagnamento dei ragazzi delle prime scuole adottanti, ormai dette “le storiche”. Nei mesi di maggio che sono seguiti, abbiamo scelto di essere presenti con le scuole del progetto che hanno sempre considerato l’iniziativa interessante, alla fine dell’anno scolastico, come presentazione al pubblico del lavoro svolto.
‘Turisti (consapevoli) della propria città’. Quali le criticità su cui intervenire?
Abbiamo sempre ritenuto che il primo obiettivo della diffusione della conoscenza dei tesori della città, sia quello diretto ai cittadini che, una volta che ne saranno divenuti consapevoli e scoperto il senso di appartenenza e identità, saranno allora coloro che potranno trasmetterli con orgoglio ai nuovi “turisti”. E poi, naturalmente, la necessità di riuscire a “governare” il fenomeno, ancora recente, per evitare che le ondate, non organizzate, deprivino i cittadini di quella che è la delicatissima anima del suo centro storico.
Gianpaola Costabile
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