Sport e solidarietà per i ragazzi,storia di un successo
Da molti anni al Vomero è presente un’Associazione Sportiva Culturale molto radicata sul territorio. Si tratta dell’A.S.C. Alberto Fenderico, che non ha alcun fine di lucro e persegue finalità di solidarietà civile, culturale e sociale volte alla promozione dell’aggregazione, specialmente per le giovani generazioni. Attraverso lo sport si cerca di aiutare i ragazzi nell’integrazione sociale, nella conoscenza di sé e nel miglioramento dell’equilibrio psico-fisico. L’Associazione fa riferimento alla realtà educativa della Parrocchia di Santa Maria della Libera, sita in Napoli in via Belvedere, 113. Il presidente dell’A.S.C. Alberto Fenderico, Pippo Fenderico, ci ha parlato dell’Associazione e delle attività che svolge.
L’A.S.C. Alberto Fenderico è una bella realtà vomerese. Da quanto tempo è presente sul territorio e quali sono le attività di cui si occupa?
“L’Associazione è stata istituzionalizzata nel settembre del 2004, ma esisteva già da 30 anni. In tutto questo tempo, infatti, le attività sportive di calcetto venivano portate avanti, ma non avendo un campetto di proprietà, non si riusciva a garantire la continuità ai giovani. Istituzionalizzare l’Associazione ci ha permesso di comprare il campetto, rimetterlo a posto, fare spogliatoi, servizi igienici e manto erboso, per dare ai ragazzi una struttura sicura e garantire la continuità. I nostri corsi di calcetto, però, non sono intesi come una scuola calcio, dove si adotta un metodo educativo pesante. Qui non c’è militarizzazione, si viene per divertirsi e star bene. La domenica, per esempio, non facciamo partite, perché la domenica è il giorno del Signore e bisogna riposarsi”.
Quanti giovani partecipano ai corsi? Ci sono limiti di età?
“Negli anni da 50-60 bambini si è arrivati a circa 180 ragazzi, dai 5 ai 18 anni. I corsi ci sono dal lunedì al venerdì e per i ragazzi più grandi ci sono anche tornei esterni. Infatti abbiamo istituito una Lega con altre associazioni, oratori e circoli, e da due anni partecipiamo al Torneo della Diocesi, organizzato principalmente tra parrocchie, e in cui gareggiano 1800-1900 ragazzi. Avere un campetto nostro non solo ci permette di fare i corsi ma anche di ospitare competizioni sportive. Inoltre, c’è una regola nella nostra Associazione: durante i nostri corsi, anche in quelli per i più piccoli non è concesso l’accesso ai genitori, perché a volte la loro presenza non fa vivere ai ragazzi l’esperienza come un gioco. Noi invece cerchiamo di trasmettere loro i valori dello sport e di farli divertire con una competizione sana, che serve come in tutti gli sport, ma senza viverne lo stress. Perciò una volta al mese organizziamo una giornata di porte aperte per far vedere ai genitori ciò che fanno i figli. In Associazione, poi, abbiamo due istruttori che seguono i corsi, un uomo e una donna, perché ci sono anche bambine e ragazze che amano il calcetto ed è importante per loro avere una figura femminile di riferimento. I corsi iniziano a settembre e terminano a giugno con un torneo interno e la conseguente premiazione”.
Quali sono i valori che l’Associazione vuole trasmettere ai ragazzi?
“La nostra Associazione vuole favorire la formazione dei singoli e dei gruppi mediante un progetto di educazione integrale e permanente fondato sui valori evangelici e sulla visione cristiana dell’uomo e della società; dà impulso al dialogo ed alla collaborazione con le famiglie, con le realtà ecclesiali, con le istituzioni civili e con gli organismi sociali; realizza esperienze di animazione culturale e di servizio sociale tendenti a valorizzare la vita e la storia con riferimento costante al Vangelo; pone attenzione alle istanze delle fasce sociali più deboli e opera negli ambiti sportivi, ricreativi, culturali e solidaristici”.
Ogni anno nel periodo natalizio organizzate il Trofeo Pignatiello. Ce ne parli?
“Il Trofeo Pignatiello quest’anno arriverà alla sua decima edizione. Iniziammo nel 2006 con 50-60 ragazzi e negli anni siamo arrivati anche al numero di 250. Il Trofeo dura quattro giorni in cui si giocano centinaia di partite e ci si diverte molto. Sul campo si diventa tutti uguali e lo spirito sportivo è l’unica cosa che conta”.
È stato anche creato il gruppo di genitori #SiamoTuttiBambini. Come mai questa idea?
“Sì, abbiamo creato questo gruppo a cui si può partecipare solo se si è papà. L’abbiamo creato due anni fa con l’obiettivo di essere da esempio per i nostri figli. Ci siamo uniti grazie alla passione comune per il calcio, infatti giochiamo anche noi a calcetto e facciamo il campionato, ma ci impegniamo in tante altre attività civili, tra cui per esempio abbiamo curato il servizio d’ordine per la visita di Papa Francesco a Napoli. Il nostro obiettivo principale, però, è sempre quello di essere da esempio per i figli, mostrare loro cosa vuol dire giocare e divertirsi e soprattutto stiamo cercando anche di essere attivi sul territorio per ciò che riguarda il fenomeno delle baby gang. Difatti abbiamo organizzato degli incontri per discutere del tema e capire cosa si può fare per contrastare questo fenomeno”.
Com’è iniziato il nuovo anno?
“È iniziato molto bene e i corsi sono già quasi tutti pieni. Martedì 15 settembre abbiamo approfittato del nuovo manto erboso messo al campetto per organizzare una serata di minitorneo con la benedizione del manto e dei gruppi sportivi. Al torneo hanno partecipato quattro squadre, tra cui quella di noi papà, la squadra del vicepresidente del Napoli, Edoardo De Laurentiis, la squadra dei medici del Calcio Napoli e la squadra dei protagonisti di “Made in Sud”. Alla fine ha vinto la squadra dei papà insieme a quella di Edo De Laurentiis, ma è stata una serata molto bella, in cui si vinceva solo una bottiglia di spumante e si apprezzava lo stare insieme su un campo di calcio”.
Come hai accennato anche tu, sono molti i fenomeni di criminalità e bullismo tra i giovanissimi. Quanto può aiutare investire nello sport?
“Il fenomeno delle baby gang è molto preoccupante e per questo motivo è importante tenere impegnati i ragazzi, non solo con lo sport ma con qualunque tipo di attività sana. A tal proposito stiamo organizzando uno spazio con tante attività culturali per la “Notte della Legalità” che si terrà ad ottobre al Vomero, perché il mio pensiero è che, se si riescono ad organizzare attività, ad offrire ai giovani cose da fare, si evita che finiscano col fare sciocchezze”.
Sulle magliette dell’Associazione mettete sempre una frase come sponsor. Come la scegliete?
“Ogni anno mettiamo una frase come sponsor sulle magliette per dare un messaggio. Lo scorso anno abbiamo utilizzato la parola “Insieme” per intendere che “Insieme ci si salva” e per rendere anche il concetto di squadra con “Insieme siamo più forti”. Ma una delle frasi più belle è stata “Golden Rule”, la regola d’oro, ovvero “Fai agli altri ciò che vorresti facessero a te”. La frase quindi viene scelta per dare un messaggio al prossimo, per far riflettere sui valori importanti della vita. Per quest’anno ancora non ho deciso con certezza la frase ma l’idea c’è”.
Claudia Buonfanti
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