di Vittoria Vittoria professore ordinario di chimica

Attualmente, nella nostra società, vi è una crescente richiesta di strumenti analitici semplici, rapidi, efficienti e affidabili per il monitoraggio degli inquinanti in moltissimi settori, dall’ambiente al campo medico. In particolare, nel contesto agroalimentare globale vengono sempre più presi in considerazione concetti chiave come qualità, tracciabilità, mantenimento delle proprietà organolettiche e, principalmente, la sicurezza alimentare.

Alcuni alimenti di origine vegetale o animale possono infatti contenere tossine e microrganismi, sviluppati all’origine o durante la conservazione. Pertanto molte tecnologie vengono sviluppate per permettere test affidabili e veloci sugli alimenti, prima del trasferimento a centri di consumo, per verificare la sanità della materia prima immessa nelle catene di distribuzione e durante la conservazione.

In anni recenti un grande progresso è venuto dalla ricerca e dalla successiva introduzione di biosensori, che sono dispositivi analitici in grado di convertire una risposta biologica in un segnale elettrico.

Essi utilizzano molecole di natura biologica, come anticorpi o enzimi che, entrate in contatto con una determinata sostanza, per esempio una tossina, reagiscono e subiscono delle modificazioni che vengono poi “tradotte” in un impulso o segnale elettrico misurabile e quantificabile. Si tratta di dispositivi di elevata sensibilità, alta selettività, bassi costi, che offrono la possibilità di essere rigenerati e che hanno molteplici potenzialità di applicazione. Negli ultimi anni anche nel campo dei biosensori si è assistito all’irruzione delle nanotecnologie. Infatti l’utilizzo di nano materiali nei biosensori offre l’opportunità di costruire una nuova generazione di tecnologie per queste applicazioni. In conclusione andiamo sempre più verso la sicurezza degli alimenti che portiamo sulle nostre tavole!

Commenti

commenti