Si torna a scuola per la prova orale
Esami di maturità 2020 dopo l’esperienza smart
Scuole improvvisamente chiuse, prima una settimana, poi sanificazioni degli ambienti durate giorni e infine chiusura definitiva: quest’anno la scuola riprenderà a settembre.
L’emergenza Covid19 ha costretto alunni ed insegnanti ad adattarsi a nuove modalità di didattica e tra incertezze e disorientamento sono iniziate le lezioni online. Inevitabili sono stati i cambiamenti per lo svolgimento degli esami di stato. Abolite le verifiche scritte, la maturità 2020 prevede un’unica prova orale: un colloquio pluridisciplinare. Eliminate le buste che erano state le indiscusse protagoniste della maturità 2019, resta, invece, da affrontare, al termine del colloquio, la tematica di cittadinanza e costituzione, introdotta l’anno scorso.
Cambia anche l’assegnazione dei crediti: 40 per la prova orale e 60 ricalibrati dai crediti maturati nel triennio.
Insegnanti e studenti si sono così impegnati per concludere l’anno scolastico nel migliore dei modi. Le scuole del Vomero hanno adoperato delle piattaforme online per ripristinare il contatto docente-alunno. Al Mazzini i ragazzi si sono subito mostrati partecipi, come dichiara la docente di matematica e fisica Anna Maria Campora: “Abbiamo subito avviato la didattica a distanza con le videolezioni. Non è facile tenere in questa situazione un’attenzione e un interesse così alti, ma i ragazzi hanno partecipato attivamente. Tutti gli alunni, anche quelli che avevano una frequenza altalenante, hanno sentito la nostalgia dei banchi di scuola. Il ricordo degli esami è davvero un’emozione che tutti noi portiamo dentro e che loro vivranno in modo molto ridimensionato.”
Al Giustino Fortunato la modalità online era attiva prima del lockdown: la scuola era già munita di piattaforma per sostenere le lezioni serali svolte a distanza.
La preside Colombai ha, infatti, confermato che la didattica online ha funzionato sin da subito, mentre ha riscontrato stress e preoccupazione da parte di alunni e docenti per lo svolgimento dell’esame in presenza. “I ragazzi sono un po’ sconcertati, hanno paura anche dei rischi che corrono, dei contagi che possano avvenire al momento della prova”.
Contrariamente alle prime ipotesi formulate nel pieno dell’emergenza secondo cui l’esame si sarebbe svolto a distanza, l’ultimo decreto stabilisce che il colloquio si terrà in sede, mantenendo le dovute misure di sicurezza. Gli spazi dovranno essere adeguati sulla base dei vincoli e delle indicazioni fornite dall’ordinanza ministeriale, garantendo le condizioni di distanziamento e sicurezza.
Il preside Pace, dirigente del liceo Pansini ha dichiarato: “Abbiamo già acquistato tutto quanto serve alla prevenzione. Date le condizioni, quella di svolgere l’esame in presenza mi sembra la scelta migliore, se la struttura lo consente e rispettando quanto ci viene detto. D’altra parte la didattica a distanza è un surrogato parziale, ma, soprattutto per quanto riguarda le verifiche, non è assolutamente adeguata.”
Adottando, quindi, le opportune norme di prevenzione, quello di vivere l’esame in presenza può essere un modo più congeniale di salutare il mondo della scuola, data la situazione di attuale emergenza.
L’esperienza dell’esame in presenza può essere psicologicamente favorevole per i ragazzi, come afferma il docente di filosofia Lubrano del liceo classico Sannazaro:
“Con tutte le cautele e le precauzioni del caso, penso che non sia irragionevole prevedere la possibilità che i ragazzi possano svolgere l’esame di persona. Penso che in questo modo si garantisca un congedo più significativo dall’esperienza di cui i ragazzi sono stati protagonisti, rispetto alla modalità online, guardando negli occhi i loro insegnanti ed esponendo quello che hanno consolidato. Come corpo docente stiamo esprimendo, nelle forme in cui la didattica a distanza lo consente, una vicinanza non solo dal punto di vista scolastico, ma anche da quello psicologico.”
I professori stanno sostenendo il più possibile i loro studenti che, soprattutto nei primi tempi, hanno avvertito un forte senso di disorientamento. Docenti e alunni hanno fatto corpo per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Dichiara la professoressa Petrucci del liceo Galileo Galilei: “Quando ci siamo trovati in questa situazione surreale mi sono venuti in mente due termini: sconforto, perché la scuola è fatta di contatto, e rudimentale, perché ci siamo improvvisati tutti con una strumentazione nuova. Ci mancherà l’esame classico, ma non abbiamo modo di fare altro, stiamo infondendo coraggio e invitando i ragazzi a fare questa esperienza che potranno raccontare. Anche loro sono nella storia. È vero quando si dice che nulla accade mai per caso e questa tragedia è stata anche un momento di crescita, per noi tutti.”
Laura d’Avossa
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