SERGIO RAGNI E LA SUA COLLEZIONE SU ROSSINI
Entrare in casa di Sergio Ragni è come fare un viaggio nel tempo e seguire la vita di un suo protagonista indiscusso: Gioachino Rossini.
Riconosciuto come il più grande collezionista al mondo di questo musicista, Ragni ha sempre vissuto al Vomero, nella famosa Villa Belvedere. È notoriamente una costruzione architettonica storica, uno dei pilastri del quartiere, nonché uno dei suoi edifici più antichi. Oggi una sua parte è diventata una casa-museo che ospita, su accordi programmati, gruppi di turisti, associazioni e scolaresche.
Com’è nata la passione per Rossini?
Sono sempre stato un grande appassionato di musica sin dall’infanzia, mia madre suonava il pianoforte, si faceva musica in casa, sono stato così avviato all’amore per la musica. Poi, ovviamente, ho fatto delle scelte. Rossini è in cima alla mia graduatoria di musicisti italiani che preferisco perché mi è sempre sembrato un musicista di qualità molto elevata. È l’unico musicista italiano che si ricollega ai grandi miti della Vienna di altri tempi e alla musica classica tedesca. Questo suo interesse per i grandi compositori d’oltralpe mi ha spinto a investigare di più sulla sua figura.
Quali sono i pezzi della sua collezione a cui tiene di più?
I più importati sono gli autografi, ne ho un’intera raccolta. Sono degli unicum, ognuno è un pezzo a sé stante che non può essere replicato, per questo sono i pezzi più rari. Ho una raccolta iconografica, quadri, sculture, busti, medaglioni. Rossini ha infatti goduto presso i suoi contemporanei di una grande fama, era riconosciuto come il più importante compositore che esistesse in Europa, si eseguiva la sua musica a Londra, Parigi, Vienna e Napoli. Ovviamente all’epoca non esistevano i mezzi che abbiamo oggi e quindi c’era una grande produzione di ritrattistica perché il pubblico desiderava conoscere il genio creatore di queste opere che si eseguivano nei teatri e salotti europei. C’era una grande diffusione della sua arte e un grande desiderio di conoscere le fattezze di chi produceva questa musica celestiale: all’epoca Rossini era il genio del secolo, la persona al di sopra di ogni possibile critica. Ho poi dei mobili appartenuti a Rossini come la camera da letto dove si addormentava la sua prima moglie, Isabella Cobra, una diva per eccellenza per il San Carlo che all’epoca era considerato il teatro più importante del mondo. Rossini vi rimase legato e produsse molte opere a Napoli interpretate da una compagnia di prim’ordine e invidiata dai cantanti dei teatri europei.
Come ha iniziato la sua collezione?
Le collezioni non finiscono mai perché se finissero non sarebbero più designate come tali. Ho incominciato a raccogliere materiale relativo alle attività teatrali operistiche quando avevo 16 anni, quindi ovviamente nel corso degli anni è variato il mio sistema di ricerca dei vari cimeli. Da ragazzino potevo frugare sulle bancarelle dei librai e mi accontentavo di quello che potevo comperare con pochi spiccioli. C’era però il gusto di fare degli acquisti di pezzi molto importanti anche per poche lire, qualche volta se ero fortunato riuscivo anche ad acquistare libri, libretti, spartiti a poco prezzo. Quando ero ragazzo non ero a conoscenza del mercato di antiquariato musicale. Scoprii poi che esistevano delle librerie antiquarie non solo a Napoli, ma anche Milano, Londra e Parigi e pian piano si allargò il mio interesse. All’epoca poi senza internet era tutto più lento, potevano passare anche dei mesi tra la scoperta di un pezzo e l’averlo finalmente nelle proprie mani.
E adesso?
Man mano ci siamo organizzati in modo diverso, è stato un processo tecnico che ho potuto vivere in prima persona. Da ragazzino dovevo andare alla ricerca dei pezzi che mi potevano interessare, ora che sono diventato un collezionista famoso in tutto il mondo sono gli antiquari o i collezionisti stessi che mi segnalano pezzi interessanti. Se posso, partecipo alle aste di interesse musicale di Londra e di Parigi.
A proposito di questo, cosa vuole trasmettere ai suoi giovani visitatori?
Vorrei trasmettere magneticamente un po’ di fluido che viene da una carta o da un autografo che è stato nelle mani di un signore che ha vissuto nel 1800, come a dire loro “guarda, esiste ancora”. Molti pensano che varcare questo portone li metta in un’atmosfera stantia e noiosa, bisogna rendersi conto che esistono anche altre realtà che vale la pena di conoscere e che non sono affatto difficili. Molti credono siano lontane da loro senza rendersi conto che ci vuole poco a raggiungere certe mete.
Laura d’Avossa
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