Movida violenta, incuria e sporcizia, verde negato, blatte. Il primo termine che viene in mente è: frustrazione. Sì, quella dei cittadini che, come entrati in un loop, contano i mesi per poi ritrovarsi nelle stesse condizioni. Nulla è cambiato, nulla cambia, anzi forse le cose stanno peggiorando. Eppure arrivano qua e là segnali positivi, segnali destinati agli inguaribili ottimisti, che per fortuna ci sono. A coloro che da un punto di luce vedono il sole. Non si potrebbe andare avanti altrimenti. Ma ci si può accontentare dell’apertura del varco di ingresso della Floridiana di Via Cimarosa quando il parco è in gran parte inaccessibile? Si può esultare per l’approvazione del finanziamento dell’area verde di San Martino se non si vedono ancora i lavori iniziare? Discorso controverso è quello legato allo sport, allo Stadio Collana. Una situazione che vede interessi e posizioni contrapposte e legittime. Da un lato il diritto di accesso ad una struttura pubblica, dall’altro l’interesse al profitto di un imprenditore privato senza il quale, forse, lo stadio sarebbe ancora chiuso. In un momento di abbandono, di vita mondana senza regole, con l’impegno delle forze dell’ordine che ha bisogno del sostegno anche della cittadinanza, anche una festa è stata oggetto di critiche. La festa per la vittoria della Coppa Italia del Napoli. La riunione a Piazza Vanvitelli è stata abbastanza ordinata, la maggior parte dei presenti ha provato a mantenere il distanziamento richiesto, qualcuno si è lasciato prendere la mano, anche perché la percezione di sicurezza è aumentata. Peccato per i soliti delinquenti. Per quelle persone che non sanno godersi un momento di gioia collettiva e lo rovinano a chi ingenuamente sventolava la bandiera della propria squadra. Il punto di ripartenza deve essere l’educazione civica dei cittadini. È su questo che bisogna lavorare, il resto potrebbe migliorare automaticamente.

Giuseppe Porcelli

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