Se i giornalisti curiosi vengono bloccati dalla polizia
Ma i giornalisti possono fare domande (scomode) in Italia? Il dubbio mi viene dopo che, per l’ennesima volta da quando sono giornalista e specialmente da quando lavoro per la trasmissione “Le Iene”, mi è capitato di essere bloccato prima ancora di potermi avvicinare ad un personaggio pubblico per un’intervista. E’ successo diverse volte, sin dagli inizi della mia carriera di giornalista nel 1998, di essere censurato mentre cercavo di fare domande nell’ambito di una conferenza stampa o di un dibattito pubblico. Il 21 gennaio è successo di nuovo. Eravamo a Salerno io e la collega Nadia Toffa inviati per il programma di Italia Uno: l’obiettivo era fare due domande a De Luca, presidente della Regione Campania. Entrambi siamo giornalisti iscritti all’Ordine ed abbiamo rispettato tempi e modi per cercare di intervistare De Luca.
Ed invece un cordone di poliziotti e vigili urbani ci ha iniziato a circondare seguendo fisicamente ogni nostro movimento. Noi ci spostavamo e loro ci seguivano. Sembra quasi una danza tribale. Ma io non vado li per danzare coi poliziotti ma per fare domande. Dieci uomini delle forze dell’ordine impegnati ad impedire ai giornalisti che fanno le domande di raggiungere il politico di turno. Perché il problema è che non è n caso: succede sempre. Appena le forze dell’ordine vedono Le Iene si dimenticano di delinquenti e terroristi ed iniziano a fare una cosa: impedirti di muovere schierando sulla troupe delle Iene 5-10 agenti che ti placcano come se stessi giocando a Rugby. La stessa cosa accadde poco tempo fa a Napoli quando venne Renzi in visita al Mattino ma io e Luigi Pelazza fummo bloccati fisicamente da alcuni poliziotti e incastrati vicino ad un’auto in sosta. Ma noi paghiamo tutti questi uomini per impedire ai giornalisti che fanno le domande di farle? E quando provi a dire al poliziotto che non può impedirti di fare domande la risposta è: “questo è il protocollo”. Il protocollo prevede che nessun giornalista possa chiedere qualcosa a chi ci governa e amministra i soldi pubblici? Ma stiamo dalla stessa parte o no? Nutro un grande rispetto per tutti gli uomini delle forze dell’ordine, ma le loro competenze, la loro esperienza e la loro professionalità non possono essere confusi con un utilizzo da “bodyguard” dei politici contro i giornalisti. Una testata online ha ripreso la notizia scrivendo che “pare che la troupe delle Iene sia stata bloccata dalle guardie del corpo di De Luca”. Ma non erano le guardie del corpo, bensì gli uomini della Questura di Salerno in borghese. Allora la domanda è questa: come mai gli agenti della Questura di Salerno impediscono alle Iene di fare domande a De Luca? Quest’ultimo, ovviamente, ha preferito andare via dal teatro da un’uscita secondaria rinunciando anche all’uscita in grande stile che era stata preparata con tanto di musica d’accompagnamento dell’orchestra della Polizia Locale di Salerno. Dunque, vorrei lanciare un appello all’Ordine dei Giornalisti della Campania, che mi ha inviato a casa il bollettino per pagare la tassa annuale di iscrizione all’Albo, che ho sempre pagato regolarmente. Quest’anno, però, aspetterò un poco prima di farlo: la pagherò quando l’Ordine inizierà a preoccuparsi di fare qualcosa per garantire ai cittadini un’informazione che può fare domande. Fatevi sentire. Fateci rispettare. E poi parliamo del bollino annuale.
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