Sciopero autoscuole: il rincaro dei corsi tassati dall’IVA
Scuole Guida chiuse il 18 settembre e circa il 50% degli esami per la patente saltati nello stesso giorno. È una situazione che non riguarda solo le autoscuole di Napoli, ma quelle di tutta Italia che sta attraversando un momento di crisi e cambiamento. L’Agenzia delle Entrate ha, infatti, preteso, per le lezioni relative al conseguimento della patente, l’introduzione dell’IVA all 22% dalle autoscuole italiane che non possono più esserne esenti. Questo in seguito alla sentenza, dello scorso marzo, della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha ritenuto tale insegnamento non equiparabile a quello scolastico e universitario, come invece previsto sin dal 1972.
Il recepimento di tale sentenza da parte dell’ente di riscossione, resa nota il 2 settembre, porterà ad un notevole aumento del costo dei corsi per il conseguimento della patente che potrebbe raggiungere anche cifre intorno ai 1000 euro.
Ma non è tutto, il provvedimento potrebbe interessare anche coloro che hanno conseguito la patente dal 2014 al 2018. Per saldare il debito, infatti, le autoscuole potrebbero essere costrette a chiedere il pagamento dell’IVA anche agli ex allievi. In alternativa, nell’eventualità in cui ciò non sarà possibile, dovranno provvedere autonomamente al pagamento.
Quindi numerose autoscuole non potendo sopportare un tal peso economico, considerando la crisi economica e la carenza di personale, hanno scioperato, lasciando i loro allievi senza la possibilità di seguire corsi o sostenere esami. Lo sciopero è stato indetto dalle associazioni di categoria Unasca e Confarca che hanno partecipato ad un incontro tenuto il giorno prima a Roma con altri rappresentanti del settore per dibattere del provvedimento preso dalla Agenzia delle Entrate.
Le associazioni oltre a spiegare quanto può essere difficile, quasi impossibile, il recupero dell’aliquota degli ex allievi, sottolineano gli esiti negativi che un cambiamento di questo tipo andrebbe a comportare: con un servizio non accessibile a tutti e con un calo drastico delle ore di lezione, la sicurezza stradale andrebbe inevitabilmente compromessa. Al Vomero non tutte le scuole hanno chiuso per la protesta. Non essendoci stata un’adesione univoca allo sciopero, molte sono rimaste aperte in attesa di sviluppi successivi e chiarimenti sulla vicenda.
Alcune, invece, hanno partecipato attivamente spinti dall’insostenibile aggravio fiscale.
I fatti descritti hanno portato il Governo a lavorare sulla questione, come affermato dal Viceministro dell’economia, Antonio Misiani, si cercherà di inserire, nel primo provvedimento utile, una norma che escluda la retroattività del pagamento, ma non l’IVA.
Laura d’Avossa
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