“Scale mobili” solo di nome
FERMO PROTRATTO DELLE SCALE MOBILI DI VIA MORGHEN. DAL 2002 ORMAI NON SI CONTANO PIÙ I FERMI
Le tre rampe di scale mobili, che costeggiano quelle fisse di Piazza Fuga e via Scarlatti, nate originariamente per collegare la funicolare di Montesanto con quella centrale e con la metropolitana, dovrebbero servire per rendere più agevole il percorso pedonale per chi è diretto verso la zona di San Martino. Sarebbe così se solo funzionassero!
Infatti, il fermo di questi sistemi, in particolare di quelli che affiancano la rampa di scale più lunga di via Scarlatti, è ormai diventato un disservizio cronico, tanto che i residenti della zona ci hanno quasi fatto l’abitudine. Proprio per questo gli avvisi affissi sulle porte, che teoricamente dovrebbero servire per dare una spiegazione alla chiusura del servizio, non vengono nemmeno più presi sul serio. Alla presenza di cartelli: “chiuso per manutenzione” si possono trovare commenti aggiunti sotto a penna: “e i manutentori dove sono?”, o biglietti ironici con scritto “chiuso per lutto” ad indicare la morte del servizio offerto.
Nonostante la rassegnazione, il problema resta e provoca comunque un grande malessere. Infatti, quelli che ne pagano di più le conseguenze sono gli anziani, costretti a dover utilizzare le scomode scale tradizionali per tornare a casa. Dichiara, infatti, Don Francesco Galeone, sacerdote dei salesiani che assiste a questo disagio ogni giorno, che: “fa dolore e rabbia vedere anziani in affanno, carichi di pesi e di anni, che devono sostenere questa scalata abitualmente. È vero, abbiamo la pandemia e altri mille problemi più urgenti, ma almeno quelli alla nostra portata li potremmo risolvere con maggiore stabilità e prontezza”. Il periodo di pandemia di certo non aiuta, in quanto indossando la mascherina, che già rende difficile la respirazione, le scale diventano ancora più faticose e meno agevoli di quanto già non siano. E quando, finito questo periodo, torneranno i turisti, come giudicheranno questo disservizio dal momento che per raggiungere i principali siti di interesse storico-artistici, come il Belvedere di San Martino o Castel Sant’Elmo, non potrano sfruttare questi mezzi che renderebbero “la passeggiata” più leggera? La ritardata riapertura dovrebbe dipendere dai prolungati tempi di riparazione dovuti alla mancanza di pezzi di ricambio. A questi continui problemi di natura tecnica si associa la cronica mancanza di personale dell’ANM alla quale è affidata la gestione di apertura e chiusura dei cancelli.
Nonostante gli utenti non rimangano nemmeno più sorpresi che le scale siano chiuse, anzi per loro è più una novità se sono aperte, queste interruzioni continue sono comunque un grandissimo disagio per tutti.
Carolina Procino
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