Saldi partiti: successo a metà. Occhio ai negozianti furbi
Sono partiti con un buon slancio i saldi invernali nella città partenopea. Ed anche il Vomero, dal 2 gennaio, mostra nelle vetrine degli esercizi commerciali i prezzi ribassati. Tanta folla nei negozi ma non tantissimi acquisti, a giudicare dai primi giorni. Il trend delle vendite è comunque positivo. A confermarlo è il presidente di Confcommercio Napoli, Pietro Russo dopo i primi sondaggi nelle zone commerciali del capoluogo e nelle aree turistiche della provincia. “Siamo tra il 5 e l’8% in più rispetto all’anno scorso – afferma Russo – e in alcuni casi si può giungere anche alla doppia cifra. Significa che i saldi hanno dato l’effetto sperato in questo momento particolare, dopo un anno di crisi non indifferente”. In crescita in particolare il settore dell’abbigliamento, mentre si conferma la buona salute di gioielleria e tecnologia. Secondo Russo i saldi “beneficiano della legge che permette di effettuare vendite promozionali anche prima dei saldi, è un percorso che per ora sta dando frutti positivi: nel nostro territorio dobbiamo creare le condizioni perché questo trend diventi la normalità e non l’eccezionalità”.
Buone notizie, dunque, ma non mancano, i negozianti che provano a fare i furbi: non sempre, infatti, i saldi sono reali e troppo spesso, ormai, si assiste a commercianti che alzano i prezzi prima di effettuare poi dei (finti) ribassi. Bisogna stare attenti e bisognerebbe ricordare quali erano i reali prezzi prima del 2 gennaio, ovvero prima dell’entrata in vigore dei saldi invernali. A tal proposito, è bene ricordare alcuni punti come, in primis, il fatto che durante il periodo dei saldi l’operatore commerciale non può rifiutare il pagamento con carta di credito (cosa che avviene spesso con la finta giustificazione di avere il bancomat rotto). In secondo luogo, il dettagliante si impegna a sostituire, se possibile, o a rimborsare i capi acquistati che presentano gravi vizi occulti così come previsto dal Codice Civile ed in particolare dalle norme di recepimento della Direttiva 1999/44/CE. Nel caso di non corrispondenza della taglia, il capo verrà sostituito con prodotti disponibili all’atto della richiesta di sostituzione. Qualora non fosse possibile la sostituzione per mancanza di capi o per mancato gradimento da parte del cliente, l’operatore rilascerà un buono acquisto di pari importo del prezzo pagato relativo ai capi da sostituire. Buono che il cliente dovrà spendere entro i successivi 120 giorni dall’emissione dello scontrino fiscale (che deve essere presentato). Il cliente ha diritto di provare i capi per verificarne la corrispondenza della taglia e il gradimento del prodotto. Sono esclusi dalla facoltà della prova i prodotti che rientrano nella categoria della biancheria intima e quei prodotti che, per consuetudine, non vengono normalmente provati. Le catene di negozi che effettuano saldi si impegnano a porre in vendita gli stessi prodotti agli stessi prezzi. In caso di variazione del prezzo, la variazione viene praticata contemporaneamente in tutti i punti vendita della catena. Se il costo per l’adattamento o la riparazione dei capi acquistati è a carico del cliente, l’operatore commerciale deve darne preventiva informazione al cliente stesso e deve inoltre esporre, in modo ben visibile, un cartello informativo sul quale si dichiara espressamente che le riparazioni sono a carico del cliente. Buoni saldi a tutti, ma con gli occhi bene aperti.
Alessandro Migliaccio
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