Gli eletti, coloro che ci governeranno, sono rappresentanti del popolo, al servizio degli elettori. Degli elettori devono ascoltare le voci, le esigenze, le difficoltà, e devono, entro i limiti delle loro possibilità, provare a risolvere i problemi. La voce di chi ci governa deve essere la stessa di chi è governato. Deve camminare per strada, essere curioso e intuitivo. Deve essere anche fantasioso. Soprattutto se parliamo di chi deve presiedere una Municipalità, sempre a corto di risorse, ma con il grande compito di poter ascoltare e vivere il territorio e di avere un’interlocuzione diretta con enti locali (Comune e Regione in particolare) che qualche risorsa la hanno e devono saperla usare.

Da anni segnaliamo i problemi del quartiere, anche per non far abbassare la guardia, cerchiamo dei responsabili, non per puntare il dito, ma piuttosto per individuare chi può effettivamente fare qualcosa. Sarebbe, infatti, sbagliato ed eccessivo dare responsabilità a chi sarà presidente della V Municipalità rispetto alla riqualificazione della Floridiana piuttosto che alla fruibilità dello Stadio Collana. Ci sono Ministeri, Regioni, Comuni e imprenditori privati che se ne stanno occupando, o almeno dovrebbero. Ma il compito di chi comporrà la Municipalità, di qualsiasi colore o opinione politica, è arrivare preparato al momento del giudizio degli elettori: quello che può regalare grandi soddisfazioni, ma di sicuro comporta grandi responsabilità.

Un giudizio che è preventivo, si basa su promesse e programmi, su sogni e aspettative, che non vanno deluse. Non è un caso se leggendo il Vomero Magazine vi imbatterete nelle faide tra Don Camillo e Peppone e la loro trasposizione a fumetti. Sono un esempio di confronto, anche animato, e di collaborazione che ha un fine superiore da perseguire: quello comune.

Giuseppe Porcelli

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