RAFFAELE BARSCIGLIÈ, IL PITTORE CHE “HA RACCONTATO” ANCHE IL TEATRO
Raffaele Barscigliè nasce a Napoli nel 1913. Temperamento irrequieto, avido di esperienze, si imbarca come mozzo su una nave mercantile. Ma il lavoro faticoso lo fa tornare a casa. Consegue la maturità classica e si diploma in pittura e scultura. Opera tra Sorrento -al Parco Nizza- e Napoli in via San Giacomo dei Capri 59. Inizia la sua attività di pittore nel 1933, ottenendo subito molto successo. Sceglie di dipingere Napoli con i vicoli, i mercatini, le edicole dei santi, le processioni, la folla sul sagrato delle chiese, le popolane dinanzi ai bassi, la venditrice di caldarroste, i panni stesi ad asciugare ….
Eduardo De Filippo lo eleva a “scenografo ufficiale” per le sue commedie e dice di lui: “Tutti i quadri di Barscigliè nascono di getto”. Barscigliè amava raccontare con ironia come avvenivano gli incontri con l’illustre drammaturgo. Era il periodo in cui Eduardo, tra una tournée e l’altra, andava a riposarsi all’isola di Isca, un luogo fiabesco vicino a Punta Campanella, noto come “scoglio Isca” per le dimensioni ridotte e facilmente raggiungibile. Nell’isolotto De Filippo si rifugiava anche per scrivere alcune opere teatrali. Contattava Barscigliè che, in barca, lo raggiungeva e prendevano accordi su come realizzare la scena. Barscigliè lavorava tutta la notte secondo le indicazioni concordate ma il bozzetto non andava mai bene perché Eduardo puntualmente aveva modificato la scena, cosicché l’artista partenopeo era costretto a rifare tutto una prima e una seconda volta. Di fronte all’autorità di Eduardo Barscigliè non protestava.
Eduardo aveva intuito le qualità del suo illustratore che riusciva a stabilire un perfetto accordo tra colorazione e disegno. Ed è soprattutto per questo aspetto che Barscigliè ottiene significativi consensi di critica (Barbieri, Girace, Ricci, Schettini, Bottino e altri) ed elogi da pittori di grande fama. Carlo Carrà, parlando di lui, dice: “La pittura di Barscigliè si manifesta con temperamento volto ad un realismo poetico non privo di meriti, se si pensa alla maggior parte della pittura odierna. In quanto al colore apprezzo la tendenza alle gamme pacate e mai urlanti, cosa anche questa piuttosto rara ai nostri giorni”.
Barscigliè partecipa a innumerevoli mostre importanti (Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma, Premio Michetti, ecc.). Personali in Francia, Grecia, Germania, U.S.A. e in molte città italiane. Le sue opere sono presenti in molte collezioni private, in Musei e pinacoteche. Corrispondente d’arte su L’Avvenire d’Italia, Il Lavoro Italiano, Nuovi Orizzonti, Scena Illustrata, Pensiero ed Arte, è autore di due volumi di liriche: Quota 731 (ispirato alle esperienze di guerra) e Vicolo Cieco, che è un po’ il suo ritratto sentimentale.
Barscigliè muore nel 1994.
di Camilla Mazzella storico dell’arte
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