QUANDO NAPOLI REMA VERSO L’ORO
Giuseppe di Mare campione di canottaggio
L’adrenalina prima di mettersi in mare, braccia e gambe che non reggono più per la fatica, la tensione degli ultimi secondi prima dell’arrivo, sono sensazioni che Giuseppe di Mare, canottiere classe ‘97, ha provato sulla propria pelle molte volte prima di raggiungere il proprio obiettivo.
È il 4 settembre 2018 quando lui e il suo compagno di viaggio Alfonso Scalzone a Plovdiv in Bulgaria tagliano il traguardo per primi, conquistando la medaglia d’oro nella finale del due senza pesi leggeri maschile.
Non è la prima volta che la scuola di canottaggio napoletana raggiunge livelli tanto alti: ancora una volta l’Italia si conferma sul gradino più alto del podio in questa disciplina.
La carriera di Giuseppe inizia nove anni fa, quando sale per la prima volta su una canoa, spinto dal padre che praticava questo sport e che voleva che il figlio conoscesse una disciplina che formasse corpo e mente.
Non a caso ci confessa che il suo punto di rifermento sono sempre stati i suoi genitori.
“A loro devo tutto, sia per come sono cresciuto sia perché, anche nei momenti più bui, non mi hanno mai fatto sentire solo e so che anche in futuro sarà così.”
Giuseppe si innamora così del canottaggio e inizia il suo percorso, non certo privo di ostacoli, ma che presto lo condurrà a grandi soddisfazioni.
“Ho pensato tante volte di mollare, ma alla fine non l’ho mai fatto perché è più forte di me la voglia di gareggiare e di vincere. E poi devo allenarmi tutti i giorni perché quando non lo faccio non mi sento in pace con me stesso”.
Dice il campione iridato che non può fare a meno, giorno dopo giorno, di spingersi oltre i propri limiti. Così, se prima guardava da lontano quel sogno, oggi lo sta vivendo fino in fondo e non ha intenzione di fermarsi.
La finale mondiale è stata molto combattuta: per i due canottieri italiani la competizione è stata incerta fino all’ultimo momento quando, con una fantastica rimonta, sono riusciti a superare la Grecia contro cui hanno duramente lottato negli ultimi secondi per la conquista dell’oro, mentre gli Stati Uniti conquistavano la medaglia di bronzo.
Ti saresti mai aspettato un successo di questa portata?
“In cuor mio si, o meglio lo speravo. Non c’è stato un momento preciso in cui ho capito dove sarei potuto arrivare. Però, credo di aver avuto buone sensazioni proprio la sera prima della finale del mondiale!
Di certo questa vittoria non è un punto di arrivo, ma solo di partenza.”
Hai una dedica particolare per questa vittoria?
“Dedico questa vittoria solo a me stesso perché soltanto io so quanto mi è costata!”.
Laura d’Avossa
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