Puntare sempre più in alto per sconfiggere i pregiudizi
di Alessandro Migliaccio
A Napoli non si può organizzare un evento in poco tempo e senza che qualcosa vada storto. E’ uno dei tanti pregiudizi, sebbene non il più cattivo, che avvolge da tempo la nostra città. Ebbene, la Napoli degli ultimi mesi sta dimostrando esattamente il contrario. Dalla famosa America’s Cup alla Vomero Notte, si può affermare che si avverte un rinnovato interesse da parte di chi governa la città verso l’idea di eventi nuovi, in grado di sponsorizzare un’immagine positiva di Napoli, diversa da quella che troppo spesso viene sbattuta ingiustamente sulla prima pagina dei giornali nazionali. Non mancano, di certo, alcuni errori di valutazione nè tantomeno alcune leggerezze fin troppo evidenti, ma sta di fatto che si torna a parlare di una Napoli viva, sulla quale si accendono di volta in volta i riflettori di questo o di quell’evento. In tal senso, bisogna puntare sempre più in alto. Ed ora, finalmente, anche per chi vive al Vomero c’è un’iniziativa – “Vomero Notte” – che si svolge “sotto casa”, senza la necessità di dover raggiungere il lungomare cittadino, dove ultimamente sono state dirottate tutte le idee venute al sindaco De Magistris per rilanciare la città. Sarà così anche a Capodanno, visto che la festa del 31 dicembre si svolgerà in via Partenope e non più in piazza del Plebiscito. Dunque, una notte bianca al Vomero. L’ideale per cercare di rilanciare l’economia dei negozi del territorio della quinta Municipalità, che tuttavia non possono pensare di aumentare gli incassi continuando ad alzare i prezzi della merce in vendita e allo stesso tempo non offrendo nessuna promozione vera ai clienti. “Vomero Notte”, in ogni caso, sarà il successo di una parte della città che vuole restare viva, che per una giornata accantona i problemi e cerca di rilanciarsi in un futuro migliore. Ma sarà anche l’occasione per valorizzare le eccellenze del territorio, dagli artisti agli artigiani storici, senza dimenticare le radici della cultura cittadina e vomerese. A Napoli, dunque, non è vero che non si può organizzare un evento in poco tempo senza che qualcosa vada storto. E ogni napoletano virtuoso, per il bene della propria città, dovrebbe provare sempre a smentire coi fatti i piccoli o grandi pregiudizi che troppo spesso si sentono o si leggono in giro. Come fecero, per esempio, i napoletani che nel 1973, durante l’epidemia di colera, diedero prova di grande intelligenza ed autodisciplina formando autonomamente delle file perfette affinché ognuno venisse vaccinato. E non è un caso che Napoli – anche in quell’occasione attaccata dalle menzogne pubblicate dai giornali nazionali – riuscì a debellare il colera nel giro di due mesi. Barcellona, in Spagna, ci mise due anni ad uscire completamente dall’epidemia. Così come altre città italiane dove, a differenza di Napoli, sembra che il colera non ci sia mai stato.
Buona “Vomero Notte” a tutti!
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