Psiche e maternità
di Luca Pizzonia – Psicologo/Psicoterapeuta
Quale occasione migliore del nuovo anno per parlare di nascita.
Nella vita di una donna la gravidanza e la maternità sono eventi di grande portata e si pensa che siano connotati sempre e solo in senso positivo: felicità per definizione; la donna non “può” avere alcun problema e se ne ha, deve reagire in nome dell’amore che prova per il figlio ed il marito.
Ma se ci si ferma un attimo a riflettere e ad ascoltare ciò che prova una donna in attesa o che ha appena partorito, ci si accorgerà che emozioni e sentimenti sono tutt’altro da ciò che ci si aspetta. Spesso emergono grossi disagi relativi alle incontrollabili e repentine modificazioni del corpo e soprattutto emozioni quali paura, fatica, senso di colpa, inadeguatezza, impotenza, rabbia. Si sentono spesso frasi del tipo: “non so se ce la farò” oppure “non ce la faccio, sono malata?” In realtà, insieme al figlio nasce anche una madre che ha necessità di qualcuno che si prenda cura di lei e di essere sostenuta, tanto quanto il bambino prossimo a nascere o appena nato. È importante sapere che una donna non è una “cattiva” madre se si sente inadeguata, impotente, esausta, arrabbiata e talvolta aggressiva, in colpa, distrutta. Però è fondamentale che di tutto questi sentimenti se ne parli, senza isolarsi o rinchiudersi su sé stesse, pensando di essere sbagliate. Uno dei problemi è che le mamme in attesa o le neo-mamme non ricevono aiuto dalla società se non per consigli pratici sul parto, allattamento, pappe e pannolini. Manca la dimensione relazionale ed emotiva, mancano le informazioni su come nasce e si costruisce il legame con il proprio figlio, su quali sono le difficoltà che possono incontrare, quali emozioni possono sperimentarsi e, soprattutto, come poterle affrontare in una maniera efficace. Alla propria storia sono legati i problemi che possono emergere durante la gravidanza o le prime fasi della genitorialità. Quando una donna, oltre ad essere figlia, diventa anche madre, inizia a percepire diversamente l’immagine dei propri genitori, soprattutto quella materna. Il parto è una vera e propria separazione dell’unità corporea madre-feto e quest’interruzione può anche risvegliare emozioni collegate ad altre separazioni o traumi del proprio vissuto (perdite, lutti, etc). Ecco perché eventuali nodi non risolti fino a quel momento possono avere un’occasione speciale di poter essere affrontati e, finalmente, sciolti oppure possono diventare fonte di ulteriori disagi per la donna, ma anche per la coppia. È importante, in conclusione, per le donne in gravidanza e le neo-mamme avere uno spazio protetto in cui possono elaborare i vissuti complessi e spesso dolorosi che la maternità può talvolta attivare e restituire loro il diritto di sentirsi inadeguate senza vergognarsene, offrire a ogni donna la possibilità di chiedere aiuto senza difficoltà senza sentirsi fallita, o incapace; significa aiutare a vivere con maggior serenità ed autenticità la sua esperienza di maternità.
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.