Posti numerati e sale all’avanguardia. Ecco l’Arcobaleno 3.0
Grazie all’impegno della famiglia Mirra lo scorso 27 agosto ha riaperto lo storico cinema di via Carelli.
Nuovo nome e struttura rinnovata che coniuga innovazione e tradizione
Dopo le ripetute aperture di supermercati, fast food e lounge bar, che ne avevano profondamente trasformato la tradizionale natura commerciale, al Vomero si riaffacciano lentamente attività culturali e luoghi di intrattenimento. Da qualche tempo, infatti, si assiste ad un’interessante ed auspicabile inversione di tendenza iniziata nell’estate 2014 con l’apertura, in piazza Fuga, di “Iocisto”, primo esperimento di libreria ad azionariato popolare. Dopo la chiusura delle librerie Guida e Loffredo, il quartiere collinare si era ritrovato, improvvisamente, orfano dei tradizionali luoghi di ritrovo culturale. Ora il trend sembra essersi invertito e prova ne sono le recenti aperture del Mondadori Bookstore in Piazza Vanvitelli e della libreria “Quadrifolio” in via Santa Maria della Libera. L’ultima buona notizia arriva dal settore dei luoghi di intrattenimento e riguarda la riapertura, lo scorso 27 agosto, del cinema Arcobaleno che aveva chiuso i battenti all’ inizio del 2014. La riapertura del cinema di via Carelli segna una svolta importante nel panorama delle sale cinematografiche vomeresi che qualche anno fa, avevano già subito la chiusura dell’Abadir in Via Paisiello. La rinascita del cinema Arcobaleno si deve all’impegno e alla passione della famiglia Mirra, già proprietaria del Teatro Diana. Storici e affermati imprenditori del settore teatrale e cinematografico (dal 1969 gestiscono anche il cinema Plaza), i Mirra hanno deciso di continuare ad investire nel territorio acquisendo la gestione della sala di via Carelli “La mia famiglia- sottolinea Guglielmo Mirra- crede fermamente nelle potenzialità del territorio vomerese e nell’importanza di tenere vivi i luoghi di intrattenimento culturale”. Da qui la scelta di puntare sul rilancio dell’Arcobaleno in una stagione in cui le chiusure dei presidi culturali sono, purtroppo, all’ordine del giorno “La continua chiusura delle sale- continua Mirra- non avvantaggia certo chi riesce a rimanere aperto. Piuttosto disabitua il pubblico a frequentare il cinema. Al contrario una maggiore offerta, e quindi un maggior numero di sale sul territorio, fa certamente aumentare la domanda da parte degli spettatori”. In accordo con la proprietà dell’immobile, che fa capo all’architetto Baratta, sono stati effettuati lavori di ristrutturazione che hanno riguardato gli impianti elettrici, sonori e visivi delle tre sale che formeranno il corpo del nuovo Arcobaleno “Abbiamo apportato dei miglioramenti alle tre sale che avranno una capienza complessiva di trecentocinquanta posti, tutti numerati e prenotabili on line. Anche la biglietteria sarà automatizzata e renderà ancora di più l’Arcobaleno un cinema all’avanguardia, 3.0 appunto. Nel complesso devo dire che abbiamo trovato una struttura moderna e al passo coi tempi, e questo grazie alle precedenti ristrutturazioni effettuate dalla proprietà dell’immobile”. Così come accade anche al Plaza, l’offerta per il pubblico sarà diversificata e non si limiterà alla proiezione dei film in cartellone “Vorremmo che il foyer diventasse il cuore pulsante della struttura di via Carelli attraverso spettacoli di musica dal vivo, mostre fotografiche ed eventi dedicati ai giovani del quartiere. In tal senso intendiamo fare dell’Arcobaleno un luogo di aggregazione per il territorio”. Nelle sale, invece, oltre ai tradizionali film, si potrà assistere ad anteprime, presentazioni e rassegne di opera lirica trasmesse su circuiti internazionali. Il nuovo Arcobaleno 3.0, insomma, mira a diventare un cinema dinamico che vuole aprirsi al territorio sperimentando svariate forme di intrattenimento. Una struttura all’avanguardia che intende coniugare innovazione e tradizione. “L’invito a tutti i vomeresi- conclude Mirra- è di andare sempre più spesso a cinema e a teatro. In tal modo i presidi culturali e i luoghi di intrattenimento del territorio verranno preservati e potranno continuare a vivere a lungo”.
di Giuseppe Farese
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