Ponte di San Giacomo dei Capri, nulla è cambiato
Vi ricordate quell’orribile struttura sita tra San Giacomo dei Capri e via Jannelli?
Esatto, quel ponte senza fine, che sarebbe dovuto servire ad alleggerire il traffico in direzione della zona ospedaliera. Costato ai contribuenti ottocento milioni delle vecchie lire, ancora oggi, la struttura si erge alta ed imponente come monumento dell’Incompiuto made in Naples.
Un anno fa, noi di Vomero Magazine, dopo un accurato reportage, riportammo nel mese di maggio le incoraggianti parole del Sindaco De Magistris.
“Quando cittadini e giornalisti si occupano della città è sempre una bella notizia. Io credo nella partecipazione dal basso, nella necessità che siano tutti i napoletani a vigilare sui beni comuni, come il territorio. Nel caso del “ponte dell’Arenella” c’era da anni una grande attenzione dei comitati, ma anche da parte delle istituzioni. La buona notizia è che oggi c’è un consenso forte su cosa fare del ponte. Non buttarlo giù – costerebbe troppo in tempo di finanze magre – ma realizzare un progetto di riconversione che ne preveda la trasformazione in luogo di “loisir”: giardini pensili, strutture sportive, belvedere. Le istituzioni hanno dato una linea guida, ma vogliamo che siano i cittadini a proporci la loro idea. Abbiamo lanciato un concorso di idee; il progetto che risulterà vincitore verrà poi messo al bando. Sono fiducioso che i lavori possano iniziare a stretto giro perché il Presidente della Municipalità, Mario Coppeto, con il quale c’è grande sinergia e sintonia, ha già avviato le procedure e ha deciso di impiegare i fondi speciali del Forum Universale delle Culture ”.
In quella sede fu chiesto anche il perché quel ponte non fu mai completato. Fu data la colpa alle “follie della burocrazia”. Contenziosi sugli espropri. Intoppi nella gestione cartacea di archivi e catasti. Fu detto anche che “con la digitalizzazione dei documenti e del catasto la burocrazia non si fermerà più perché manca una carta bollata”.
Ebbene da maggio 2014 a giugno 2015, nulla è cambiato. Evidentemente anche nell’era del digitale qualche intoppo accade ancora. Quelle che ci sembravano ottime notizie, oggi appaiono come le classiche “promesse da marinaio”. Passato l’entusiasmo iniziale dovuto all’attenzione mediatica della notizia, le idee, i progetti e i fondi, sembrano essersi dileguati.
Sul ponte di San Giacomo dei Capri è calato nuovamente il silenzio. Un silenzio pesantissimo. Simbolo della generale incapacità di porre rimedio agli errori, perché quella lunga lingua d’asfalto sospesa nel vuoto, altro non è che un errore grossolano. Uno dei tanti delle numerose speculazioni degli anni ottanta.
Quindi, non vi sarà nessun giardino sospeso, nessuna riqualifica sarà effettuata e nessun privato investirà un euro. Resterà solo il grigio del cemento armato. Magari per altri trent’anni.
Mai come in questo caso, da giornalista, vorrei essere sementito. Una smentita che dovrebbe avvenire non dalle carte o dalle parole, bensì dai fatti. Opere concrete che possano dare a questa città una fresca ventata di cambiamento.
MIRKO GALANTE
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