Personaggi illustri del Vomero: Alighiero Noschese
di Mimmo Piscopo pittore
Certamente attinse da Leopoldo Fregoli (I867 –I936) maestro di ogni segreto delle sue particolari lezioni di mimo.
Alighiero Noschese, sin da bambino, in famiglia ed a scuola, istintivamente, si divertiva ad imitare parenti e compagni, dagli esilaranti risultati.
Nato a Napoli il 25 novembre I932, da giovane universitario imitava alla perfezione, particolarmente, Totò ed Amedeo Nazzari, quando durante un esame di diritto dell’allora suo docente e futuro Presidente della Repubblica Giovanni Leone, preso a soggetto, con opportuno e sarcastico riguardo, per la perfetta imitazione, fu consigliato, per sua vera vocazione alla via dello spettacolo.
Nel I963 sposò Edda De Bellis, ed ebbe i figli Antonello e Chiara, anch’essa attrice, quando subì duro colpo dal divorzio che lo condusse ad una profonda crisi ed alla depressione che lo allontanò dall’ambiente artistico. Frequentava così sporadicamente la RAI e con Raffaella Carrà registrò “Ma che sera”, ma, coincidendo però all’epoca con il rapimento Moro, non potette andare in onda.
Nel I969 apprezzato da funzionari della stessa RAI, fu ancora scritturato in spettacoli con Billi e Riva, Tino Scotti ed in riviste di successo come “Doppia Coppia”, “Scanzonatissimo”, ecc. Grazie alla sua simpatia, Noschese, senza mai indulgere in volgarità, imitava con pungenti battute, personaggi TV, del cinema, dello spettacolo e della politica ottenendo straordinari consensi da essere giustamente soprannominato “il Fregoli delle voci”.
Abitava in via Palizzi al Vomero dove si notava per la sua sobria ed elegante andatura, spesso assorto in pensieri che probabilmente meditava per le sue performance. Intanto, ebbe un aggravamento psichico già duramente provato che lo portò fatalmente al suicidio, nonostante parvenze di gioia di vivere che secondo alcune versioni, determinò l’insano gesto, fu la notizia di un male incurabile.
Era il 3 dicembre I979. Il pubblico sbigottito da questa immatura e tragica perdita, assistette ai funerali a Roma, in S. Maria delle Grazie ed il 5 a Napoli nella Chiesa del Carmine.
Durante le commemorazioni della sua breve ma fulgida carriera, si ricordava, tra le rare interviste che egli discretamente rilasciava, al limite della timidezza, diplomaticamente, per le sue prestazioni, dove anteponeva scrupolo e passione, studiava con opportuna serietà, senza alcuna approssimazione dove la lezione severa e la sua indiscutibile bravura, per molti versi era presa a esempio e modello da molti imitatori e da Arturo Braghetti, con il suo abile trasformismo, lasciando così, sincero rimpianto da quanti ancora lo ricordano con immutata nostalgia.
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