PER LO SCULTORE FRANCESCO JERACE UNA PICCOLA STRADA NEL CUORE DEL VOMERO
di Camilla Mazzella laureata in Studi storico-artistici
Francesco Jerace, calabrese, nato a Polistena nel 1853 e morto a Napoli nel 1937, occupa un posto importante nella storia dell’arte. Le sue opere hanno un’impronta neoclassica e sono espressive di una fierezza intellettuale o cariche di densa malinconia o traspirano poesia come ”Era di Maggio” ispirata alla celebre omonima canzone di Di Giacomo. Jerace è stato pittore e scultore molto prolifico e assai popolare nella città partenopea per aver lasciato non poche opere in diverse piazze e strade della città. A cominciare dal monumento al sindaco del Risanamento, Nicola Amore, che originariamente si trovava nella piazza che porta il suo nome ma che ora troneggia a Piazza Vittoria. Il trasferimento nacque nel 1938 per consentire il passaggio del corteo che accompagnò Hitler in visita a Napoli. Nel 1888 Jerace scolpì la statua di Vittorio Emanuele II di Savoia per una delle nicchie della facciata del Palazzo Reale di Napoli, ed in seguito, per il giardino del Conservatorio di S. Pietro a Maiella, il Beethoven che incarna l’ideale romantico del sommo musicista.
Al 1909 risale invece il frontone centrale dell’Università di Napoli, un altorilievo in bronzo, raffigurante l’imperatore Federico II di Svevia che istituisce la prima università nel suo regno, circondato dalle principali figure del tempo. La famiglia Jerace avrebbe tanto preferito che Francesco avesse fatto il prete ma giovanissimo, avendo ottenuto dal Comune di Polistena una borsa di studio, andò a Napoli e, all’Istituto di Belle Arti, studiò con Tito Angelini dal quale derivò la tendenza classicheggiante. Mentre da Stanislao Lista ereditò la tendenza al verismo. Suoi insegnanti di pittura furono Filippo Palizzi e Domenico Morelli. Presto si affermò anche come ritrattista, e le signore della buona borghesia si rivolgevano a lui che, nei ritratti, lasciava trasparire nell’apparente freddezza un senso di contenuto erotismo.
Jerace fu anche decoratore di case della nobiltà napoletana come Palazzo Sirignano e Villa De Sanna a Posillipo.
Affermatosi ben presto nell’ambiente del collezionismo napoletano, gli fu commissionato il monumento funebre dell’astronoma inglese Mary Somerville, presente a Napoli nel cimitero degli inglesi.
L’opera che lo rese famoso al grosso pubblico resta comunque il busto femminile in marmo “Victa” che esprime un carattere indomito e fiero, che secondo Alfonso Frangipane, suo biografo, realizzava “un mirabile equilibrio spirituale e formale”. L’opera, realizzata nel 1880, si trova al Museo Filangieri.
Con essa Jerace voleva simboleggiare la Polonia soggiogata dallo zarismo. Di essa l’artista ne eseguì una ventina di versioni. Una di esse si trova nella sala Carlo V del Maschio Angioino insieme ad un nucleo di circa sessanta sculture in marmo, gesso e terracotta, tutte di altissimo valore artistico e donate dagli eredi tra il 1990 e il 2001, opere tutte provenienti dalla casa studio dello scultore in via Crispi, abbattuta negli anni 70 dello scorso secolo. Tra i soggetti di natura storica meritano una particolare attenzione lo splendido volto in terracotta di Giambattista Vico e il busto in gesso di Francesco Crispi. Mentre tra i monumenti ispirati ai caduti va segnalata la “Vittoria” che sorge in Piazza Tasso a Sorrento, che ricorda da un lato la Nike di Samotracia e dall’altro la sciantosa dì un caffè concerto. Jerace si affermò anche nei soggetti sacri eseguendo, tra gli altri, due gruppi marmorei per la chiesa di Santa Maria a Varsavia e due episodi storico- religiosi nel Duomo di Napoli. La sua fama ha, meritatamente, varcato i confini dell’Italia, come provano le opere presenti in diverse città europee da Madrid a Varsavia, e addirittura in America, in Australia e a Bombay in India.
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.