Passeggiare al Vomero è come fare un percorso ad ostacoli
Pedoni vittime di barriere architettoniche tra disservizi e inciviltà
Percorrere le strade della zona collinare della città non è cosa semplice. All’alba del terzo millennio i concetti di pedonalità, mobilità sostenibile, accessibilità, sembrano essere ancora appannaggio di una ristrettissima élite culturale. Una specie di “riserva indiana” che, purtroppo, non è in grado di fare rumore, di essere efficacemente da pungolo per chi governa il territorio. Roba da fanatici insomma. Ma che vogliamo.
Tra problemi di bilancio, fondi per la manutenzione stradale che mancano, aziende dei trasporti in crisi, inciviltà diffusa, spesso siamo costretti a competere in vere e proprie gimkane lungo le strade del quartiere. Si badi bene, non si tratta di un problema legato solo al tema della disabilità. Visione troppo limitata e limitante del fenomeno. Il concetto di accessibilità motoria riguarda, infatti, una fascia molto più ampia di cittadini. Ad esempio i genitori che accompagnano i neonati, gli anziani, le persone momentaneamente infortunate, coloro che trasportano oggetti ingombranti. In poche parole riguarda tutti noi. Il trasporto pubblico è sicuramente il primo a dover salire sul banco degli imputati. La sosta dei bus in accosto ai marciapiedi, per consentire agli anziani e ai disabili motori di scendere comodamente sulla banchina, è semplicemente una favola. In primis per il ridottissimo numero di pullman che ormai attraversano il quartiere. In secondo luogo per la sistematica violazione, da parte delle automobili parcheggiate, degli spazi per effettuare la manovra stessa di accosto. Problemi anche per i fruitori della Funicolare Centrale dove resta il dislivello tra banchina e treno. Un piccolo divario difficile da superare che obbliga chi si muove in carrozzella a chiedere aiuto al personale. A volte si rivela una trappola per fruitori distratti che finiscono con l’inciampare nell’intercapedine rischiando di farsi male seriamente. Se poi vogliamo usufruire delle scale mobili per raggiungere San Martino in pratica è come affidarsi a un terno al lotto. Il mistero delle scale mobili che, specie nei mesi invernali, sono quasi sempre desolatamente fuori uso è ancora tutto da rivelare. Non hanno miglior sorte gli ingressi delle stazioni Metro di piazza 4 Giornate, piazza Vanvitelli e piazza Medaglie d’oro. Spesso assediati da motocicli parcheggiati in modo selvaggio sui marciapiedi creano non pochi problemi a chi poi deve circumnavigare il muro di scooter per riuscire a guadagnare il marciapiede. Sempre nella metro collinare, se vi muovete in carrozzella, troverete un dislivello anche ai binari. Occorre avvicinarsi alla testa del treno, aspettare che il conducente scenda e vi aiuti ad entrare nel vagone. Un sistema decisamente poco tecnologico che si fonda sul buon cuore dei conducenti.
Tornando in superficie, la fruibilità pedonale spesso è limitata anche dalla condizione a dir poco precaria di strade e marciapiedi. Tra buche, avvallamenti, deiezioni canine e aree cantiere è bene stare sempre con gli occhi aperti. Strade off limits si trovano un po’ dappertutto. Dalla zona dello stadio Collana a via Belvedere, dalle traverse di via Luca Giordano a via San Domenico. Oppure provate a percorrere via Aniello Falcone all’indomani delle notti della movida. Tra rifiuti di ogni genere, bottiglie rotte, e chi più ne ha più ne metta, diventa anche qui arduo fare due passi. E che dire del livello medio di inciviltà di automobilisti e motociclisti. Nel perimetro limitrofo alle isole pedonali praticamente tutti gli scivoli dei marciapiedi sono ostruiti dalla presenza di auto e moto. Parcheggi riservati ai disabili diventano automaticamente zone franche per la sosta temporanea (e non di pochi minuti) o aree di carico e scarico merci.Nel Centro commerciale all’aperto più grande d’Europa è un problema di non poco conto. Anche gli esercizi commerciali tardano ad abbattere le barriere architettoniche costituite da gradini all’ingresso dei negozi, spazi angusti, vetrine ingombranti e occupazioni suolo eccessive. Ci segnalano infine uno spiacevole episodio accaduto nel corso della Notte dei Musei del 19 maggio.
Tra i luoghi visitabili il Museo Duca di Martina della Villa Floridiana. Peccato che l’accesso a un visitatore in carrozzina sia stato reso impossibile dal mancato funzionamento dell’ascensore. La beffa che la persona in questione è anche dovuta uscire dall’ingresso di via Aniello Falcone perché quello di via Cimarosa era chiuso. Problemi, infine anche per la biblioteca “Benedetto Croce” di via De Mura, punto di ritrovo degli studenti napoletani e centro di promozione culturale e di iniziative sociali.
Anche qui il mal funzionamento del servoscala rende inaccessibile l’unica biblioteca pubblica del territorio. Altro che “quartiere in”; forse meglio dire quartiere “in – accessibile!”.
Francesco Licastro
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