PARCO VIVIANI, UN ANGOLO DA SCOPRIRE
Nonostante l'impegno dei volontari alcune parti appaiono abbandonate
Esiste un posto ai confini del Vomero, nel quartiere avvocata, dove si riesce a sfuggire dai rumori dei motorini e dei clacson. Parliamo del parco Viviani, rivalutato, proprio durante la primavera del lockdown, grazie ad un gruppo di volontari che ha preso a cuore la faccenda. Le attività della comunità che si prende cura della zona, costituiscono una manutenzione vera e propria che va dalla rivalutazione dell’area cani a una campagna di sensibilizzazione sul rispetto della natura e delle aree verdi. Per questo sono stati installati, proprio durante la scorsa primavera, appositi secchi per i rifiuti e ci sono targhe e panchine colorate che completano il belvedere proprio all’ingresso.
Il parco è giovane, è stato realizzato nel post terremoto durante gli anni ‘80 e ha preso il nome dal grande commediografo e poeta napoletano della prima metà del ‘900, Raffaele Viviani. A ricordarlo, proprio al centro dell’area verde, c’è una targa: “stu ciardiniello che felicità n’angulo e paraviso sciso in terra”. Accedendo da via Girolamo Santacroce si scende lungo il viale e bastano pochi passi per capire come si è trasportati in un’atmosfera molto differente rispetto a quella che regna fuori. Da qui si apre uno squarcio di panorama e si riesce a vedere il centro storico e una lingua di mare che acciuffa il porto e la zona industriale. Dopo un lungo e tortuoso cammino ecco arrivati nel cuore del parco, un’area verde dove ci sono bambini che giocano e cani liberi di scorrazzare, un luogo che possiamo dire più unico che raro da queste parti, a pochi metri da Corso Vittorio Emanuele e da via Salvator Rosa, tra le zone più trafficate della nostra città.
“La manutenzione del parco Viviani è a carico di persone che sono legate al territorio” dice la consigliera della II Municipalità, Rosanna Losanno, attivista principale della comunità “la nostra organizzazione è lontana da qualsiasi forma di lucro, facciamo tutto a costo zero e grazie alla volontà di semplici cittadini abbiamo trovato un punto d’unione tra l’amministrazione vera e propria e le attività di manutenzione”. Alcune parti dell’area, a dire il vero, appaiono ancora abbandonate e molto spesso la collaborazione di persone semplici che hanno un grande amore per il loro quartiere, non è sufficiente. Una scritta su un muro di tufo in un italiano improbabile “perché mi hai fatto innamorare e poi mi hai abbandonato”, probabilmente dedicata ad un amore perduto, sembra, però, rivolgersi alla città e ci fa capire quanto potenziale abbiano alcuni luoghi che col tempo rimangono abbandonati a sè stessi.
Riccardo Rubino
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