Nuove misure economiche per i giovani
di Mariagrazia Vitelli commercialista
A Napoli, lo scorso 26 novembre, il Ministro per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno Claudio de Vincenti ed il Ministro Martina, sono intervenuti per presentare le nuove misure economiche volte ad aiutare centomila giovani che faranno gli imprenditori nelle regioni meridionali. Ve le presento: “Resto al Sud” e “La Banca delle terre incolte”.Resto al Sud Dal 15 gennaio sarà possibile presentare le domande a Invitaliaper gli incentivi Resto al Sud. Sono escluse le attività commerciali e le libere professioni. finanziamenti fino a 40mila euro con quota del 35% a fondo perduto e prestito restante a tasso zero e riservato ai giovani che intendano avviare, o abbiano già avviato, un’attività imprenditoriale nelle regioni del Sud. Questa ė stata una scelta politica importante per dare priorità ai settori che più trainano lo sviluppo. Possono chiedere il Bonus Resto al Sud i giovani sino ai 35 anni di età residenti (o che trasferiscano la residenza entro 60 giorni dalla domanda) nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. I richiedenti non devono risultare già beneficiari, nell’ultimo triennio, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità. Le attività finanziabili sono: produzione di beni nei settori dell’artigianato e dell’industria, fornitura di servizi.
Col bonus Resto al Sud possono essere riconosciuti sino a 40mila euro per singolo richiedente. Se l’impresa deve essere costituita in forma di società, l’importo di 40mila euro si riferisce al singolo socio e possono essere richiesti sino a 200mila euro. Il bonus è così suddiviso: 35% sotto forma di contributo a fondo perduto; 65% sotto forma di prestito a tasso zero, da rimborsare in 8 anni.
Per Resto al Sud, il governo ha stanziato 1,250 miliardi di Euro. La seconda misura, presentata dal ministro Martina, “La Banca delle terre incolte” è quello di promuovere la valorizzazione e la riqualificazione dei beni non utilizzati nelle regioni del Mezzogiorno. Su queste terre potranno avere sede imprese agricole giovanili che vogliano avviare produzioni di qualità. I terreni abbandonati (e per tali si intendono quelli sui quali non si stata esercitata l’attività agricola negli ultimi dieci anni) se di proprietà pubblica verranno affidati direttamente ai giovani, se di proprietà privata verranno presi in fitto.
Ed allora…pronti …partenza…via …per restare al SUD.
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