NEMICO VENTO? NO, NEMICA INCURIA
Se l’intonaco dei palazzi o i cornicioni dei balconi, i rami degli alberi o gli alberi stessi erano già pericolanti, come segnalato sulle pagine del nostro giornale già in molteplici occasioni, come meravigliarsi dei danni causati da un vento tremendo che si è abbattuto su Napoli colpendo, ovviamente in maniera consistente, anche la zona collinare a fine ottobre? Ma si dirà che la colpa è, appunto, del vento, delle avverse condizioni climatiche, della pioggia. Gli elementi si sono scatenati! Forse sarebbe opportuno affrontare il tema in maniera più sensata. Vedere volare sui lampioni di via Scarlatti ante di finestre o di balconi appare inverosimile. Vedere interi alberi sradicati con le loro radici non è colpa del vento, che ne è l’ultima causa, ma dell’incuria. Il verde in questa città sembra un optional, una cornice di bellezza che può diventare però una trappola mortale. Purtroppo c’è stata una tragedia, proprio il 29 ottobre, con la morte di uno studente di ingegneria a Fuorigrotta colpito dalla caduta di un albero. Ma anche la storia recente ci racconta di tragedie assurde e probabilmente evitabili, che riguardano l’intera città e il nostro quartiere in particolare. È ancora vivo, e tale rimarrà, il ricordo di Cristina Alongi, morta schiacciata nella sua auto, da un albero nel giugno 2013 a via Aniello Falcone. Un vigile del fuoco è stato condannato in appello, dopo l’assoluzione in primo grado, a un anno e quattro mesi di reclusione per un mancato intervento a seguito di una segnalazione. Ma il modo giusto di agire sarebbe prevenire i possibili danni. Vento, pioggia e intemperie varie ci saranno sempre, quello che non dovremmo vedere sono cartelloni pubblicitari volanti, pali della luce spezzati, ante di finestre o intonaci staccati o alberi abbattuti. Il passato dovrebbe insegnare qualcosa, ma non tutti lo possono o lo vogliono recepire.
Cristiano De Biase
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