Napoli è una poesia a cielo aperto
Versi poetici sulle scale del Vomero. Non un’idea ma una bella realtà che si registra in piazza Fuga. “Tiene mente ‘sta palomma, Comme’ ggira, comme’ avota”. Sono i versi di una delle più belle poesie in napoletano del drammaturgo partenopeo Salvatore Di Giacomo, “Palomma ‘e notte”, scomposta verso dopo verso sui gradini della scalinata di piazza Fuga al Vomero. Il testo è visibile guardando dai piedi della scala verso la sommità. Si tratta di un’iniziativa messa in atto ad aprile dalla libreria ad azionariato “Io ci sto”, nata dalla volontà di cittadini e residenti del quartiere per promuovere la cultura e come risposta alla crisi ed in particola alla chiusura forzata di diverse librerie storiche della città. “Comme torna ‘n’ata vota. ‘sta ceroggena a tentà! Palummè, chist’è ‘nu lume, nun è rosa o giesummino, e tu a fforza ccà vvicino te vuò mettere a vulà”. Continua così il testo del grande poeta napoletano in cui il moto della “palommella”, una farfalla, intorno alla fiamma è metafora della sua travagliata storia d’amore con Elisa Avigliano. Il testo di questa canzone corrisponde alla traduzione ed adattamento di La pavegia, una poesia in dialetto veneto scritta dalla poetessa di origine armena Vittoria Anganoor Pompilj (1855-1910). Nel 1905, sul nº 33 del foglio napoletano Pierrot la poesia “Palomma ‘e notte” viene pubblicata in forma di canzone, vale a dire in una versione composta da tre strofe con ritornello, ed è bandito un concorso a premi per chi l’avesse degnamente musicata. Ci riuscì Francesco Buongiovanni – l’autore, con Libero Bovio, di Lacreme napulitane. La canzone fu edita da Morano nel 1906. Essa fa riferimento ad una farfalla che continua a rigirare intorno ad una candela accesa. Il poeta l’ avverte del pericolo: quella che la farfalla insegue non è una rosa e nemmeno un gelsomino, ma una fiamma che può bruciare le sue tenere ali. “Va’ via, torna all’ aria fresca, non vedi che anche io resto abbagliato dalla fiamma e per allontanarti mi brucio? ”: una chiara allusione alla travagliata storia d’amore tra Elisa Avigliano, la farfalla, e il poeta stesso, Salvatore, colui che vorrebbe allontanarla ma si brucia la mano.
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.