Museo dell’acqua alla Pietrasanta
Un percorso sotterraneo che ci riporta in un passato da ricordare
La Napoli sommersa si arricchisce di un nuovo percorso museale, con l’apertura al pubblico del suo primo Museo dell’Acqua. Il Museo dell’Acqua, all’interno del Complesso Monumentale della Pietrasanta, ha aperto il 24 giugno al termine dei lavori durati oltre un anno. È facilmente raggiungibile con il nuovo “ascensore archeologico” costruito nel sottosuolo della Pietrasanta, e unico nel suo genere, che permetterà anche a coloro che non riescono a deambulare perfettamente di poter godere la visita al Museo. L’ascensore è stato ideato da Sergio D’Angelo (ex commisario straordinario di ABC) con il presidente della Pietrasanta, Raffaele Iovine e ha visto la riattivazione di due importanti cisterne dell’acquedotto Bolla, entrambe funzionanti fino al 1885 nel sottosuolo della Basilica della Pietrasanta.
L’Acqua di Serino è la protagonista di questo progetto. Infatti, si potranno ammirare i progetti originali dell’acquedotto di Serino disegnati su seta, risalenti al 1881 e fino ad ora custoditi nell’archivio Storico di ABC Napoli.
L’acquedotto è stato la più importante opera di approvvigionamento e distribuzione di acqua potabile nell’Italia postunitaria sino al primo novecento. Reali pezzi idraulici della rete post bellica dell’acquedotto napoletano, introdurranno il visitatore alle antiche cisterne. Nel sottosuolo della Basilica della Pietrasanta, quello che può essere definito il “Decumano sotterraneo” intercetta due importanti cisterne dell’acquedotto Bolla, la cosiddetta “Cisterna delle anguille”, la più piccola delle due, e la “Sala delle onde” lunga circa 20 m., tra le maggiori di tutto il centro antico. La “Sala delle Onde”, denominata la “piscina del Principe” si trova esattamente sotto il Palazzo del Principe Gaetano Filangieri d’Arianello in via Atri, ed è considerata la più grande del centro antico, larga dieci metri, lunga oltre venti, profonda più di cinque e con una capacità di 400 metri cubi di acqua.
Sulle cisterne sono visibili ancora le “grappiate” dei pozzari. I ruscelli a vista, un’illuminazione particolarmente suggestiva, giochi di luce e suoni rendono il percorso sotterraneo emozionante e affascinante per tutto il chilometro della sua lunghezza.
Sarà possibile visitare quelle cavità poi trasformate negli anni 40 del ‘900 in ricovero antiaereo, lungo le quali i pannelli multimediali e interattivi, infografica e installazioni illustreranno la storia dell’acquedotto. Il percorso museale, grazie anche alla collaborazione con il MANN, verrà arricchito con reperti a tema come congegni idraulici, statue e ceramiche.
Cristiano De Biase
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.