Michele Cammarano, l’artista che portò a Napoli l’impressionismo
Accade che non sempre l’importanza del personaggio coincida con quella della strada che gli viene dedicata.
Uno di questi casi è quello del grandissimo pittore Michele Cammarano che da’ il nome ad una piccola, anche se bella, stradina del Vomero. L’ Ottocento della pittura italiana ed europea senza Cammarano registrerebbe un vuoto incolmabile. Carlo Levi sosteneva che è difficile giudicare un pittore da una sola opera, ma Cammarano (che Levi considerava il Manet italiano) è una delle eccezioni. Basta ammirare la sua celebre “Piazza San Marco a sera” della Galleria di Arte Moderna a Roma. Michele Cammarano appartiene a quella particolare categoria di artisti che non possono essere studiati soffermandosi sulle illustrazioni delle loro opere e sulle autorevoli critiche che hanno avuto. Soltanto chi si pone al cospetto delle sue gigantesche opere come “la Battaglia di Dogali” (cm. 445 x 745) o “la Battaglia di San Martino” (cm. 420 x 820), quadri militari che si trovano presso la GNAM di Roma, può interamente rendersi conto del genio di questo artista. Il confronto con i più grandi artisti presenti nei musei d’Europa è inevitabile. Gli esempi non si contano; mi viene in mente la grande tela della “Battaglia di Custoza” di Giovanni Fattori (la cui dimensione è cm 297 x 546 ), anch’essa alla GNAM di Roma. Nelle opere di Cammarano emerge la grandezza e la forza della composizione che è talmente dirompente da trasformare il dipinto in una spettacolare scenografia. L’impianto di questi capolavori anticipa molti aspetti dell’arte moderna. La loro essenzialità e direi anche certe soluzioni tridimensionali richiamano il cinema.
Di solito ogni artista, anche grande, ruota sempre intorno ad una tematica e a una relativa dimensione, come ci insegna la pittura di Giorgio Morandi. Al contrario Cammarano affronta opere di dimensioni assai diverse e qualunque tematica. Mi è gradito chiudere questa breve nota su Cammarano, ricordando mio nonno paterno Mariano, anche egli pittore, che, giovane, ha avuto la fortuna di frequentare per lunghi anni lo studio del maestro. Sono stata sempre orgogliosa di questo legame e mi sono sentita anche coinvolta dal privilegio toccato a mio nonno. Una spinta non del tutto estranea alla mia scelta che mi porterà alla laurea in Storia dell’Arte.
di Camilla Mazzella
UNIVERSITARIA
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