Massimo Borghese, curatore delle voci d’oro
La musica è melodia, intrecci di note e sinfonie. Il canto, come sosteneva il poeta e filosofo Gibran Gibran Kahlil, è la lingua dello spirito, la voce dell’anima.
Come tutte le discipline richiede studio, esercizio ed abnegazione, requisiti indispensabili per migliorare sensibilmente tutte le caratteristiche della voce, e che permette agli artisti di gestire al meglio il loro apparato fonatorio. Proprio qui, a Napoli, patria indiscussa della musica, svolge la sua attività Massimo Borghese (nella foto), il foniatra degli artisti. Nel suo storico studio di via Santa Lucia ogni giorno è un via vai di artisti, per lo più cantanti e presentatori, provenienti da ogni parte d’Italia, ma anche attori e gente comune. Tutti pazienti accomunati da un unico obiettivo: allenare e curare la propria voce.
Due occhi esploratori si celano dietro i suoi occhiali, un volto dal carattere gioviale ed educato caratterizzano la sua eleganza. La carta d’identità di Massimo Borghese parla chiaro: classe 1957, medico chirurgo laureato a Napoli con 110/110 e lode, specializzato in otorinolaringoiatria ed in foniatria, professore all’Università di Ginevra e fondatore del centro per lo studio, la diagnosi e la terapia dell’Autismo. Accoglie i suoi pazienti in una stanza simile ad una pinacoteca. Riconoscimenti di caratura internazione, articoli scientifici e decine di foto che ripercorrono tutta la sua carriera. Gli scatti con Mango e Finizio immortalano la sua fama di curatore delle voci d’oro. Le sue visite si svolgono in una stanza molto accogliente, anch’essa intrisa di ricordi. Qualche domanda di rito, poi, munito di specchietto e telecamera, inizia a scrutare la voce e l’anima delle stelle della musica.
Un lungo passato all’Ospedale Monaldi in veste di foniatra e docente, poi, la decisione di liberarsi dalle catene istituzionali e dedicarsi liberamente alla cura della voce, lavorando, dapprima, sulla diagnosi e la terapia delle patologie di interesse foniatrico-logopedico, e poi alla cura dell’Autismo aprendo, in provincia di Napoli, un centro specializzato e di alta formazione, allo scopo di arricchire di competenze di logopedisti, foniatri, insegnanti, psicomotricisti ed altri operatori della riabilitazione. La vita per il lavoro: Napoli – Milano – Verona – Padova – Ginevra
La valigia è lì, dietro la sua porta, sempre pronta per la partenza. L’agenda è fitta di appuntamenti, i pazienti non possono aspettare, vengono prima di tutto. Carisma e passione per il lavoro sono un dono raro, fuori dal comune. Un giorno a Milano, un altro a Padova e poi ancor più su, tra una vista a Verona ed una lezione agli allievi della Stelior di Ginevra. Nel 2011 in occasione della kermesse svoltasi al teatro Augusteo di Napoli dal titolo “We can – la Napoli che vale” è stato insignito, per la categoria medicina, del premio come miglior personaggio napoletano distintosi, in Italia e all’estero, per aver rafforzato l’immagine della nostra città.
Gigi Finizio dice di lui ”è la mia voce, senza di lui non sarei arrivato a questi livelli. Per noi è fondamentale, perché se manca il “metodo Borghese” manca la voce”.
Lei che opera in Svizzera ed in diverse altre località estere, come giudica il fenomeno della fuga di cervelli? In dieci anni sono andati via dall’Italia quasi 700mila laureati all’anno.
E’ normale, qui in Italia non vengono premiati i più meritevoli, anzi, i posti di lavoro e le cattedre, specialmente in sanità, seguono una logica oserei dire “mendeliana”, priva di qualsiasi carattere meritocratico. Al padre sussegue il figlio, e così via. Non mi meraviglio affatto che le migliori menti volino all’estero.
Lei si è guadagnato l’appellativo di curatore delle “voci d’oro”, un vocal trainer indispensabile agli artisti.
L’emozione più grande per un foniatra è scoprire che i suoi pazienti, per lo più cantanti e presentatori, lo ritengono indispensabile. Prima di una tournée o di un singolo evento vengono nel mio studio per imparare il corretto utilizzo della voce. Il professionista della voce è da considerarsi al pari di un atleta, e come tale deve osservare regole di vita oltre che di igiene vocale, il cui mancato rispetto accorcia e danneggia la carriera.
Potrebbe svelarci il nome di qualche suo paziente?
Ne ho tanti. C’è chi appartiene alla tv, chi alla radio e chi alla musica. Artisti nazionali ed internazionali. Ma per rispetto della privacy non chiedetemi dei nomi. Sono contro quei colleghi che, per farsi propaganda, pronunciano nomi altisonanti. Chi lavora bene, non ne ha bisogno.
Sul sito abbiamo scoperto la sua passione per gli aforismi, lei ha quale è più legato?
In Italia ti perdonano tutto, tranne il successo. (Enzo Ferrari)
Autismi è il titolo del suo ultimo libro, di cosa tratta?
In questo lavoro ho voluto concentrare un insieme variegato ed il più possibile completo di informazioni sulla sindrome autistica ed altre patologie ad essa collegabili, affrontando le diverse tematiche sia da un punto di vista strettamente scientifico e tecnico, sia sotto il profilo sociale, emotivo, culturale generale, pratico.
di Gabriele Delosa
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