MA CHE NAPOLI
MEGLIO DI COSÌ
Nemmeno i più ottimisti avrebbero immaginato un inizio così folgorante della stagione del Napoli. Una schiacciasassi che non ha lasciato nulla per strada. Sette partite di campionato e altrettante vittorie. Se non è un record lo sfiora. Tutti a cercare i motivi della metamorfosi di una squadra cambiata poco rispetto allo scorso anno.
La risposta più semplice è: Spalletti. Un allenatore che ha impiegato poco tempo per far capire le proprie idee ai giocatori, per guadagnarne il rispetto, prima per il suo passato, poi anche per i risultati. Resta sempre qualcuno da domare. Ha mandato messaggi chiari a chi gioca, a chi sta in panchina e a chi viene sostituito. Ha trovato i suoi leader tecnici e di personalità. Koulibaly sta dominando tutto e tutti. Un inizio torneo forse da migliore al mondo. È lui il giocatore sul quale puntare tutto. E Spalletti lo sa. Gli avversari sono agguerriti e c’è la Coppa d’Africa da risolvere nel mese di gennaio, che si porterà via per poco meno di un mese l’asse portante della squadra formato proprio da Koulibaly, Anguissa e Osimhen.
Sta al mister trovare soluzioni alternative, recuperare Mertens, disciplinare chi della disciplina conosce poco. Il successo di Firenze è stato un segnale di continuità e di solidità. Una sorta di esame. Ma ce ne saranno tanti da affrontare sempre con il gioco e la grinta. Quella che Osimhen, forse più di tutti, non fa mancare mai, vuole vincere, vuole combattere, vuole segnare.
È alto, ma velocissimo, giovane ma molto determinato. Il trascinatore. Sembra quasi che basti lanciare la palla avanti per trovare lui pronto a conquistarla e proteggerla. Ma il Napoli ha le fattezze di una squadra affiatata. Dove tutti sono importanti e nessuno indispensabile, se i giocatori lo capiscono, gli obiettivi di fine stagione possono essere veramente di alto profilo
G.P.
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