L’ultima frontiera per evadere il fisco? Lo scontrino annullato
Lo scontrino falso, lo scontrino non fiscale e poi? L’ultima trovata per evadere il fisco è di nuovo “made in Napoli” ed è lo scontrino annullato. Proprio così. Uno scontrino col segno “meno”, negativo, che azzera la cifra dei soldi incassati precedentemente. Qualche commerciante furbo, da qualche settimana, sta mettendo in atto l’ennesima truffa ai danni dello Stato. Perché? Perché pagare le tasse non sembra essere considerato un giusto dovere ancora per molti italiani che, invece, preferiscono provare a raggirare la legge e cercare di risparmiare un bel po’ di quattrini annullando, di fatto, gli scontrini emessi. In questo modo, infatti, a fine giornata il numero degli scontrini emessi dall’esercizio commerciale risulterà cospicuo, a differenza di quanto accadrebbe se un negoziante si rifiutasse di rilasciare uno scontrino fiscale al cliente. Stampando lo scontrino e subito dopo annullandolo, invece, sarà possibile far risultare un alto numero di ricevute fiscali effettuate durante l’arco della giornata in modo da non destare sospetti negli uomini della Guardia di Finanza. Risulta essere, infatti, molto più complicato stabilire che di quegli scontrini emessi, una buona parte ogni giorno viene annullata. Ecco perché, i commercianti che proprio non riescono ad accettare di dover pagare le tasse sui loro guadagni, stanno iniziando ad adottare questa nuova metodologia di truffa nei confronti dello Stato. La loro convinzione è che il sistema di controllo non funziona ancora alla perfezione, per cui, basta far risultare un alto numero di scontrini fiscali emessi per garantirsi quasi del tutto una sorta di immunità dai controlli. Cosa diversa, questa, da quanto accadeva negli anni scorsi, con locali di ogni tipo, soprattutto bar e ristoranti, che si sono adoperati in tutti i modi per cercare di evadere il fisco. C’è chi (e ancora oggi succede purtroppo) ha utilizzato lo stratagemma di stampare scontrini perfettamente uguali a quelli fiscali ma con l’aggiunta della parola “non” tra le parole “scontrino” e “fiscale” e chi, invece, ha preferito aggiungere una piccola scritta, nella parte bassa degli scontrini, che chiarisce che quello che il cliente ha in mano non è un titolo dal valore fiscale ma che egli dovrà poi recarsi alla cassa a ritirare il vero scontrino fiscale. Peccato, però, che a rilasciare il primo scontrino spesso sia proprio il cassiere che, volendo rispettare la legge, dovrebbe consegnare al cliente direttamente il tagliando dal valore fiscale. Nel corso degli anni si è giocato molto sull’equivoco, dunque, tra “pre-conto” e “scontrino non fiscale”. Adesso, invece, si punta all’annullamento della ricevuta. Di male in peggio.
ALESSANDRO MIGLIACCIO
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.