In via Luca Giordano splende villa Casciaro
Questa epigrafe scolpita sulla lapide della rossiccia villa di via Luca Giordano, dalle commosse frasi di Armando Ponsiglione, autorevole membro del glorioso sodalizio Artistico – (“…magnanimo e signorile…” – Gastone Bellet-), delicato Poeta, profondo scrittore ed epigrammista, ricordò l’Artista, nella pletora di coloro che hanno privilegiato la collina, e che elesse a sua dimora quel caratteristico palazzetto, dove, tra l’ altro, ospitava frequentemente personaggi di rilievo come Gemito, Mancini, Irolli, Tizzano, Pratella, Di Giacomo, Tosti, Chiancone, Verdecchia, Striccoli, Postiglione, Panza. La Villa appariva gioiello isolato nel tracciato primitivo del nascente quartiere contornato da orti odorosi (…Un incrociarsi di viali ombrosi…una delizia di giardini…la rosa muschiata e la pallida ortensia)- ( Mario Balzano – Il mio Vomero – M.Piscopo 1994) e masserie di “ped’’e vruoccoli” , per questo, scelta dal Maestro, per la sua pace, perduta, ahinoi, con il forsennato, incombente traffico caotico d’oggi, in un imprevedibile cambiamento. Egli si trasferì dal piccolo borgo di Antignano alla villa-studio nel 1910 da dove il suo azzurro sguardo spaziava sul libero panorama attraverso le balze di vico Acitillo (che egli ritrasse con immortali pastelli), fino alla lontana Nisida, scavalcando il vallone S.Antonio. Casciaro nacque nel 1863 nel Salento, ed a Napoli, nel comune destino di Salvatore Di Giacomo (1860), abbandonò gli studi di medicina per dedicarsi completamente alla sua autentica vocazione : la pittura che, grazie ad essa, per chiara fama, specie per i suoi inconfondibili paesaggi, potette acquistare la villetta rosata, dalla particolare struttura liberty-eclettica-rinascimentale, ad un piano, con balconi e lucernari, cinta da giardini, progettata dall’ing. Dusmet. In alcuni locali, specie quelli attrezzati a studio-laboratorio, Casciaro ospitò molti artisti, incoraggiandoli ad operare nel comune estro dell’arte. Aveva passione per tutto quello che considerava storico e pregiato, e nei diversi viaggi, acquistava dipinti, sculture, oggetti, manufatti etnici ed esotici colmando preziosamente i locali per omaggiare degnamente, in sorta di museo, quanti lo veneravano per l’aggregazione artistica e culturale del tempo, dando generosa ospitalità ad artisti, poeti, intellettuali ed a quanti esternavano vera passione per l’arte.Egli trasmise tutto ai suoi familiari che operarono anch’essi in tale senso, lasciando ai posteri l’indelebile impronta della sua verace anima d’interprete della natura, come munifico dono alle future generazioni.
di Mimmo Piscopo
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