Lo show tra il Papa e il Cardinale no ai concerti sì alla preghiera
Polemica tra Vaticano e la Curia di Napoli
prima dell’arrivo del Pontefice. I cantanti
avvisati del “dietrofront” pochi giorni prima
Non una festa di piazza ma un momento importante di preghiera. Il Vaticano striglia il Cardinale Crescenzio Sepe e la Curia di Napoli che per mesi hanno lavorato per organizzare nel dettaglio il viaggio di Papa Francesco nel capoluogo campano. Il messaggio è molto chiaro: la visita del Santo Padre non va confusa con una semplice festa di piazza. Ed ecco che, dopo la nota del Vaticano che non ha approvato alcuni punti del programma organizzato dalla Curia di Napoli, è arrivato un immediato dietrofront deciso dal Cardinale Sepe e sono stati annullati i concerti di Rocco Hunt sul lungomare e di Nino D’Angelo a Scampia. Da Roma lasciano intendere che non c’è nulla contro i due artisti, il punto è un altro: l’arrivo del sommo pontefice, nello stile sobrio e semplice di Papa Francesco, è da considerarsi più una visita Pastorale che una festa. In poche parole, meno show e più preghiera. A largo Donnaregina, sede della Curia di Napoli, la strigliata arrivata da Roma ha creato non poca tensione, anche perché l’idea di chiamare i due artisti è arrivata da uno dei più stretti collaboratori di Sepe che ha quasi totale autonomia nella gestione di tutto ciò che vede impegnata la Diocesi partenopea. Nino D’Angelo e Rocco Hunt, dal canto loro, contattati dallo staff di Sepe, si erano resi disponibili gratis, pur di rendere omaggio alla città e al Santo Padre, poi però si sono visti annullare di punto in bianco i concerti ai quali lavoravano da tempo. Quasi incredulo Nino D’Angelo che è stato avvisato del dietrofront solo a dieci giorni dall’evento: «Mi era stata chiesta una disponibilità a cantare per il Papa circa tre, quattro mesi fa – spiega il cantante napoletano -. Poi mi hanno comunicato che l’intera parte canora era stata annullata per ragioni logistiche e organizzative». E sull’argomento, il cardinale Sepe glissa, come sempre, a modo suo: «C’è stata confusione». Di sicuro, il messaggio che arriva dal Vaticano non dispiace ai fedeli che credono nell’importanza della visita del Papa come momento di preghiera solenne più che come festa in stile vittoria dello scudetto. Del resto, anche quando di verifica il miracolo di San Gennaro, a Napoli ci si raccoglie in preghiera nel Duomo e si avverte a tal punto la tensione che in molti si commuovono quando poi si scioglie il sangue del Santo, conosciuto e chiamato dai napoletani anche con l’espressione “faccia gialla”. Un’altra cosa è certa: se invece di organizzare la festa ed i concerti per l’arrivo del Papa a Napoli, la Curia e Sepe avessero prestato attenzione allo stato di degrado ed incuria in cui versano le chiese della città, soprattutto quelle ricche di arte presenti nel Centro storico, avrebbero fatto qualcosa di molto utile non solo per i fedeli ma per la città tutta. Ed invece, eventi a parte, la Curia non tiene conto del disastro che si sta verificando nei luoghi sacri della città, che rappresentano ancora oggi degli inestimabili patrimoni di arte, storia e cultura che tutto il mondo ci invidia. Come denuncia insistentemente Antonio Pariante, presidente del Comitato civico di Santa Maria di Portosalvo, «quello a cui assistiamo è un vero e proprio scempio dato che le chiese antiche della città sono in degrado e cadono a pezzi da anni». In una lettera inviata nelle scorse settimane, Pariante ha scritto al Santo Padre per fargli conoscere lo stato di rovina delle chiese monumentali di Napoli. Chiese e cappelle gentilizie crepate, affreschi medioevali e stucchi antichi rovinati dall’umidità o dalla pioggia, per non parlare poi delle tante parrocchie antiche depredate dai ladri negli ultimi trenta anni e di quelle che sono ridotte a garage, depositi, negozi ed officine. «E’ un patrimonio unico al mondo che andrebbe tutelato e difeso», conclude Pariante nella lettera inviata al Papa. Ecco, quando saranno restaurate almeno le principali chiese antiche di Napoli allora avremo tutti un motivo per festeggiare davvero con concerti e balli per un giorno interno. Avremo riscoperto e tutelato finalmente il patrimonio storico-artistico e culturale della nostra città, che è il vero tesoro di Napoli. Sarebbe un vero miracolo. E a Napoli, i miracoli spesso si avverano.
Alessandro Migliaccio
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