LIPPI, L’ARTISTA CHE HA RIVOLUZIONATO LA PITTURA DI TRADIZIONE A NAPOLI
Comincia a dipingere da autodidatta, nel gruppo di artisti che fanno capo a Luigi Crisconio, in opposizione al formalismo di Novecento. Durante gli anni della guerra si avvicina all’ambiente culturale anti-fascista, collaborando con “LaVoce” e con Paolo Ricci. La realtà analizzata nei suoi dipinti mostra tutti i suoi aspetti più problematici. Ne è prova nel 1945 la serie delle Macerie, che contengono una forte carica espressiva. In Macerie con cavallo (1945) e Cardinale (1948) è possibile invece rintracciare anche l’influenza della Scuola romana di Mafai e Scipione. Alla collettiva tenutasi alla galleria Il Blu di Prussia di Napoli, Lippi presenta il ritratto di Annamaria Ortese (1948), dove ben si notano le influenze espressioniste dell’attento studio psicologico del personaggio, nella gamma dei colori e nel tipo di ambientazione. Durante i primi anni cinquanta Lippi decide di impegnarsi anche sul piano politico, attraverso la pittura ma risulta condizionato dalla particolare congiuntura storico-sociale. Il suo interesse per la realtà, che esprime secondo un linguaggio personale, in questa fase si allinea all’estetica dei neorealisti, utilizzando figurazioni schematiche e creando delle composizioni didascaliche. Superata questa stagione della sua attività, Lippi distrugge tutte le opere realizzate in quegli anni, ad eccezione di piccoli lavori come Carmela (collezione Magliulo 1952) o Profilo di Donna, proveniente dalla Collezione della famiglia Causa. Nel 1957, alla sua prima personale, Lippi afferma una nuova idea di pittura libera da ogni costrizione storico-sociale e riprende a dipingere seguendo la sua vera natura di espressionista. Si ha così quel colore materico dalle forti gamme cromatiche, come nella serie degli Animali, realizzate tra il 1960-1961. Purtroppo a tanto amore per la ricerca e soprattutto agli esiti raggiunti, non ha corrisposto con entusiasmo e convinzione il mercato. Lippi è stato caro a pochi collezionisti, competenti ed esigenti, ma è rimasto più lontano dal consenso popolare. Perché il vento cambi bisogna che il pittore esca di scena.
Camilla Mazzella
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