Le slot machine della discordia
Migliora il rispetto delle norme ma persiste il problema
Le Istituzioni fronteggiano quotidianamente la piaga delle slot, ossia le classiche “macchinette mangia soldi”. Controlli a tappeto della Polizia Municipale hanno permesso, a seguito dell’ordinanza Comunale entrata in vigore il 17 agosto 2016, il rispetto dell’orario massimo di funzionamento di apparecchi videolottery, slot machine ed affini secondo la seguente cadenza: dalle ore 09:00 alle ore 12:00 e dalle ore 18:00 alle ore 20:00. Attualmente, dopo il caos iniziale e numerose sanzioni, è tempo di trarre qualche conclusione. Attenendosi esclusivamente ai quartieri Vomero ed Arenella, abbiamo riscontrato un elevato rispetto delle fasce orarie, un lieve calo del numero di apparecchi presenti sul territorio ed una maggiore presa di coscienza dei cittadini circa ludopatia. Tuttavia siamo lontani anni luce dalla risoluzione del problema. I corner dedicati alle slot continuano ad essere affollati della più varia umanità. È difficile stilare l’identikit del giocatore tipo. Le sale in questione, infatti, ospitano un’utenza molto variegata che va dall’imprenditore all’operaio, dalla madre di famiglia alla pensionata. Giocatori solitari e gruppi di amici disposti ad unire le forze (economicamente parlando) per sfidare la sorte, sono tutti accomunati da un unico, preoccupante, punto in comune: l’ingente perdita di denaro.
Questo perché, benché le macchinette siano programmate per elargire il 70% del denaro inserito, le vincite vengono poi riutilizzate per continuare a giocare, alimentando in questo modo un circolo vizioso, dove a vincere è sempre e solo il “banco”. Non a caso la restante parte degli incassi viene distribuita nelle seguenti proporzioni: 0,5% ai concessionari, 4,3% ai gestori, 6% agli esercenti e circa il 17,5% allo Stato. Un’inchiesta del gruppo Gedi di Annalisa D’Aprile, svolta nel 2016, rivela come il solo settore giochi abbia garantito allo Stato entrate erariali pari a 10,5 miliardi di euro di cui 5,8 miliardi derivanti dai soli apparecchi elettronici. Dati impressionanti questi, che non subiscono gli effetti delle giuste limitazioni di orario di apertura e l’osservanza delle distanze minime dai luoghi sensibili quali chiese, campi sportivi, sportelli bancomat o scuole, imposte fino ad ora che bisogna far rispettare con rigore senza però gravare troppo sull’economia degli esercenti.
Red
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